IL MIO XX SECOLO **

Valutazione
Discutibile, Scabrosità
Tematica
Genere
Apologo
Regia
Ildiko Enyedi
Durata
100'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Ungheria
Titolo Originale
AZ EN XX SZAZADOM
Distribuzione
Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico
Soggetto e Sceneggiatura
Ildiko Enyedi
Musiche
Laszlo Vidovszky

Sogg. e Scenegg.: Ildiko Enyedi - Fotogr.: (normale/bianco e nero) Tibor Mathe - Mus.: Laszlo Vidovszky - Mont: Maria Rigo - Dur.: 100' - Produz.: Budapest Film Studio, Friedlander Film Studio

Interpreti e ruoli

Dorota Segda (Dora/Lili), Gabur Mathe, Oleg Jankowski, Paulus Manker, Peter Andoral, Sandor Teri, Andrei Schwartz, Eszter Kalory-Nagy

Soggetto

mentre a New York, agli albori degli anni 1880, Edison organizza una manifestazione spettacolare per informare il mondo della scoperta della luce elettrica, in cielo due stelle decidono di scendere sulla terra per diventare donne a Budapest. Qui nascono in estrema povertà Lili e Dora, due sorelline gemelle. Dieci anni dopo, infreddolite e tremanti in una gelida sera di Natale, Lili e Dora cercano inutilmente di vendere fiammiferi a passanti frettolosi, impazienti di raggiungere le loro case per far festa intorno all'abete scintillante di ninnoli e candeline. Le due piccole, deluse, si rianimano momentaneamente al passare di un asinello, che le prende in groppa come in un sogno. Finalmente due signori, accesi i loro sigari ai fiammiferi di Lili e Dora, se le prendono con sé, una ciascuno, e si allontanano in direzione opposta. Cresceranno in ambienti molto diversi, senza più incontrarsi, mentre sempre nuove invenzioni il telegrafo senza fili, il cinema, l'automobile continuano a succedersi e a intrecciarsi con le prime rivendicazioni sociali e le prime agitazioni delle donne che reclamano parità con l'uomo. La notte di S. Silvestro del 1899, le due sorelle viaggiano senza saperlo sullo stesso treno, l'Orient Express: Dora, diventata squillo di lusso, in prima classe, fra corteggiatori d'alto rango che se la contendono; Lili in terza, rincantucciata fra la povera gente, da anarchica clandestina maldestra, con l'incarico di compiere un attentato, del quale ignora moventi e mandanti. Non pare comunque estraneo ai due opposti sfruttamenti un losco individuo dalla doppia vita, del quale le due sorelle finiscono con innamorarsi, l'una all'insaputa dell'altra. Alla fine, mentre Dora deruba e si prende gioco del comune sfruttatore, Lili, pur manipolata da una folle ideologia di morte, esita di fronte al massacro, e corre all'impazzata, recando in mano la bomba con la miccia già accesa, riuscendo infine a lanciarla in un punto disabitato, senza causare vittime.

Valutazione Pastorale

opera prima della trentacinquenne regista ungherese Ildiko Enyedi, il film reca senz'altro l'impronta del prestigioso studio "Bela Balasz" di Budapest, da cui l'autrice proviene, e nel quale si sono formate generazioni di cineasti magiari. Per vari aspetti tecnico-formali: ricostruzione d'epoca, fotografia, dosaggio espressivo della luce, accorgimenti scenografici e linguistici indovinati, "Il mio XX secolo" è senz'altro pregevole; narrativamente, però, procede con qualche discontinuità e tradisce un certo intellettualismo. Il racconto ne risulta alquanto costruito, fra bruschi stacchi narrativi, ingiustificate prolissità, un femminismo piuttosto datato e un finale nebuloso, che non aiuta certo a cogliere la tematica che la regista dichiara, ma rimane nelle sue intenzioni, tanto più che le due "stelle-donna" da lei delineate e i loro sommessi bisbigli nelle notti di luna non sembrano davvero aggiungere fantasia al racconto. Anzi, la sventata e disinibita Dora, costantemente in preda a ubriachezza e ridarella, testimonierebbe semmai in favore della irriducibile fatuità femminile, retoricamente predicata dal ridicolo filosofo del film. Scabrosità insistite motivano la valutazione.

Le altre valutazioni

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV