Orig.: Italia (2003) - Sogg.: Daniele Ciprì, Franco Maresco, Lillo Iacolino - Scenegg.: Daniele Ciprì, Franco Maresco - Fotogr.(Scope/B&N/colore): Daniele Ciprì - Mus.: Salvatore Bonafede - Montagg.: Fabio Nunziata - Dur.: 100' - Produz.: Giuseppe Bisso per Cinico Cinema, Istituto Luce, RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Luigi Maria Burruano (Carmelo La Marca), Franco Scaldati (Salvatore La Marca), Robert Englund (Errol Douglas), Pietro Giordano (cardinale Sucato/Pino Grisanti), Mauro Spitaleri (barone Cammarata), Davide Marotta (il professore), Franco Vito Gaiezza (Vincent Cusumano), Margareth Woodhouse (signora Burnett), Giacomo Civiletti (onorevole Porcaro), Pietro Restivo (padre Restivo), Gregorio Napoli . (se stesso)
Soggetto
Palermo, 1947. Carmelo e Salvatore La Marca, due fratelli proprietari di un laboratorio di statue sacre, coronano il loro sogno di appassionati di cinema e fondano la Trinacria Cinematografica. In realtà la casa di produzione, che vuole diventare una sorta di Hollywood siciliana, nasce grazie all'appoggio decisivo del cardinale Sucato, che ottiene il coinvolgimento nell'operazione dell'onorevole Porcaro e del barone Cammarata. Dopo alcuni film di taglio biografico-religioso di nessun successo, la Trinacria si getta nell'impresa di un kolossal sulla vita di Cagliostro. Il barone Cammarata, appassionato di scienze occulte e studioso del personaggio, vende ogni proprietà per finanziare il film. Non si bada a spese, e così per interpretare il ruolo del protagonista viene chiamato dall'America il grande Erroll Douglas, ora sul viale del tramonto. Tra ritardi e incidenti, la lavorazione non arriva però alla fine. L'incapacità del regista e di tutta la troupe fanno andare Douglas fuori di testa. Già alcolizzato, l'attore riprende a bere, perde il controllo e viene rinchiuso in manicomio. Per la Trinacria vuol dire fallimento e chiusura.
Valutazione Pastorale
Per il loro nuovo lungometraggio, a cinque anni di distanza da "Totò che visse due volte", il duo terribile Ciprì e Maresco si affida ad una vicenda tutta all'interno del tema 'cinema nel cinema'. Ne deriva un approccio stilistico-narrativo-visivo più morbido ed elastico, una sorta di richiesta di credito per arrivare ad un pubblico più vasto, con meno virulenza espressiva e meno voglia di tirare pugni nello stomaco. Restano amarezza e un sostanziale pessimismo. Il loro sguardo su una realtà comunque miserevole fatta di persone degradate e volgari stavolta è finalizzato 'anche' a far ridere: con qualche risultato, va detto, certamente simpatico, qualche notazione di costume azzeccata e non banale. E tuttavia non riuscendo ad evitare che l'occhio deformato da ossessioni e bersagli ripetitivi provochi cadute di gusto, dissacrazioni gratuite, caricature di ecclesiastici sbracate e artificiose. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile, e segnato da non poca volgarità. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare con prudenza in programmazione ordinaria, e suggerendo di fornire allo spettatore materiali di supporto, a partire da questa scheda di valutazione. In occasioni più mirate è possibile inquadrare il film con più elementi e presentarlo nell'ambito delle 'caratteristiche' dei due registi. Attenzione per i minori in occasione di passaggi televisivi.