IL VENTO CHE ACCAREZZA L’ERBA

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti
Tematica
Conflitti etnici, Famiglia - fratelli sorelle, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Ken Loach
Durata
124'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Spagna
Titolo Originale
The Wind that Shakes the Barley
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
George Fenton
Montaggio
Jonathan Morris

Orig.: Irlanda/Gran Bretagna/Italia/Germania/Spagna (2006) - Sogg. e scenegg.: Paul Laverty - Fotogr.(Normale/a colori): Barry Ackroyd - Mus.: George Fenton - Montagg.: Jonathan Morris - Dur.: 124' - Produz.: Rebecca O'Brien - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Cillian Murphy (Damien), Liam Cunningham (Dan), Padraic Delaney (Teddy), Gerard Kearney (Dunica), William Ruane (Gogan), Laurence Barry (Michael), Martin Lucey (Congo), Damien Kearney (Finbar), Orla Fitzgerald (Sinead), Myles Horgan (Rory), John Crean (Chris), Siobhan Mc Sweeney . (Julia)

Soggetto

Irlanda 1920. Rinunciando ad una brillante carriera come medico in Inghilterra, il giovane Damien sceglie di unirsi al fratello Teddy nella lotta contro l'egemonia britannica. Purtroppo, al momento di firmare il trattato con gli inglesi, la popolazione irlandese non trova intenti unitari. Emergono due fazioni, i pacifisti e gli oltranzisti, che finiscono per scontrarsi tra loro. Damien e Teddy ora sono su fronti opposti. E il fratello uccide il fratello.

Valutazione Pastorale

Ken Loach o dell'impossibilità di cambiare. Dopo tanti anni, il regista inglese non può più certo proporsi come una novità. Come a dire che mutano gli scenari (geografici, storici, politici...) ma l'approccio resta quello: la ribellione degli oppressi vive di dilianianti conflitti morali perché vera e autentica e strumentalizzata dagli oppressori per mantenere tutto inalterato. Più che indagare i fatti storici, Loach vi cala sopra la propria ideologia, atteggiamento coerente mai negato e che tuttavia toglie respiro alla vicenda, riducendola a mero scontro di variabili già stabilite prima. Restano a mezz'aria dunque sia il tono anti-inglese troppo scontato e un po' verboso, sia la denuncia antimilitarista, abbastanza casuale e poco circostanziata. Domina, ed é il difetto maggiore, la freddezza del teorema da dimostrare, che toglie il respiro alla dolente umanità dei protagonisti e ne smorza il dolore, la rabbia, anche la voglia di idealità. L'analisi di Loach, ancora una volta, si ferma a metà, fin dove lo può portare il suo 'teorema' già scritto. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, comunque problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e proposto in occasioni mirate come avvio ad una riflessione sul rapporto cinema/storia.

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