
Orig.: Italia (2005) - Sogg.: Fredo Valla - Scenegg.: Giorgio Diritti, Fredo Valla - Fotogr.(Panoramica/a colori): Roberto Cimatti - Mus.: Marco Biscarini, Daniele Furlati - Montagg.: Edu Crespo, Giorgio Diritti - Dur.: 110' - Produz.: Simone Bachini, Mario Chemello, Giorgio Diritti.
Interpreti e ruoli
Thierry Toscan (Philippe Héraud), Alessandra Agosti (Chris Héraud), Dario Anghilante (Costanzo), Giovanni Foresti . ( il sindaco), (Fausto)
Soggetto
Nel paesino di Chersogno (Alta Val Maira, Alpi piemontesi) arriva il francese Philip, intenzionato a stabilirsi lì dai Pirenei con al seguito la famiglia (moglie e tre figli piccoli), un gregge di capre e un'attività di produzione di formaggi. L'iniziale diffidenza si trasforma in un cordiale benvenuto da parte del sindaco e di tutti gli abitanti. Philippe comincia a lavorare, ma con il passare del tempo la situazione precipita. I locali cominciano a protestare: le capre invadono terreni altrui, e i formaggi sono invisi a più d'uno. Così la convivenza comincia a diventare difficile, e infine impossibile. Due capre vengono uccise, il matto del paese muore. Dopo i funerali, Philippe e la sua famiglia lasciano Chersogno.
Valutazione Pastorale
Giorgio Diritti, bolognese, si é formato nell'ambito dell'istituto Ipotesi Cinema coordinato da Ermanno Olmi, ha realizzato numerosi documentari, produzioni editoriali e televisive. Questo, realizzato nel 2005, è il suo primo lungometraggio, visto e premiato in una trentina di festival in giro per il mondo e certamente meritevole di larga diffusione. Merito principale è quello di affrontare una storia collocata in un piccolissimo e ristretto ambito geografico e di farne farne occasione per una riflessione ampia, profonda, senza confini di spazio o di tempo. L'accoglienza verso uno che "non si conosce" comincia come sensazione di crescita e di scambio e scivola poi nell'involuzione del sospetto, nella decisione di respingere, di isolarsi, di rifiutare il cambiamento. La denuncia di questo amaro percorso, che interpella tutta la nostra capacità di decidere se essere migliori o peggiori, va di pari passo con la radiografia di un contesto geografico di intangibile bellezza. Secondo l'insegnamento di Olmi, il paesaggio diventa tutt'uno con l'uomo che vi abita, ma l'equilibrio naturale deve riflettersi in quello del lavoro quotidiano. Una osmosi tra cielo e terra che prevale su divisioni e diffidenze. Girato in gran parte in lingua occitana locale (con i sottotitoli necessari alla comprensione), il film vive nell'occhio indagatore di una regia che sa essere fortemente 'vera' e insieme costruire gli elementi di un copione di finzione. Un bell'esemoio di cinema italiano innovativo e film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, realistico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in molte altre circostanze come esempio di prodotto italiano non convenzionale e denso di spunti importanti.