
Orig.: Italia (2005) - Sogg.: tratto dal libro di Alexander Stille "The mafia and the Death of the First Italian Republic" - Scenegg.: Vania Del Borgo, Alexander Stille, Marco Turco - Fotogr.(Panoramica/a col.): Franco Lecca, Enzo Carpineta - Mus.: Andrea Pandolfo - Montagg.: Luca Gazzolo - Dur.: 92' - Produz.: DOCLAB, RAI Radiotelevisione italiana RAI TRE.
Interpreti e ruoli
Alexander Stille . (narratore), ( voce italiana: Fabrizio Gifuni)
Soggetto
Alexander Stille, giornalista e scrittore statunitense, ripercorre i luoghi che hanno segnato il rapporto tra la mafia siciliana e lo Stato italiano dal dopoguerra alla fine della prima repubblica. Dopo un iniziale excursus storico, il racconto si concentra soprattutto sul maxi-processo svoltosi a Palermo tra la metà degli anni Ottanta e i primi anni '90 del secolo scorso. In quella occasione centinaia di mafiosi finirono all'ergastolo e comunque in carcere per molti anni. La conferma definitiva delle sentenze da parte della Cassazione nel gennaio 1992 ebbe clamorose, tragiche conseguenze. La mafia uccise dapprima Salvo Lima, esponente di spicco della DC siciliana, poi, a breve distanza, caddero vittime di attentati dinamitardi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L'autore conclude, affermando che processi come quello di Palermo difficilmente si ripeteranno, anche a motivo di un recente rinnovarsi di collusione tra potere politico e mafia.
Valutazione Pastorale
Per quasi tutta la durata il documentario firmato come regista da Marco Turco si mantiene vivo, palpitante, coinvolgente. Materiali di repertorio, interviste, testimonianze, commenti si fondono bene in un racconto che é memoria (opportuna) ma anche grido di ribellione, denuncia alta, rabbia e voglia di reagire. All'improvviso, dopo il vile attentato che costò la vita a Paolo Borsellino e alla sua scorta, la cronologia degli avvenimenti si interrompe, per riprendere con l'esposizione della situazione attuale. Così, imbracciando nel finale la clava della tesi con la risposta incorporata, il lavoro da 'testo' diventa 'pretesto', si chiude nel pre-giudizio e nel respiro corto. Per cui resta nitida e utile la parte storica, l'esortazione a non dichiararsi sconfitti, l'omaggio commosso a uomini e donne impegnatisi a prezzo della vita, nello Stato, nella politica, nel sindacato, nella Chiesa (don Puglisi). Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: più che per la programmazione ordinaria, il film si propone per un utilizzo mirato come avvio alla riflessione sul tema centrale della presenza della Mafia nella storia italiana.