Sogg. e Scenegg.: Beppe Cino - Fotogr.: (panoramica/a colori) Alessandro Ojetti - Mus.: Carlo Siliotto - Montagg.: Emanuele Foglietti - Dur.: 97' - Produz.: Moviemachine & TV
Interpreti e ruoli
Massimo Venturiello (Alessandro Manetti), Andrea Prodan (Andrej), Ernestina Chinova (Iliana), Naicio Petrov (Anghelov), Dossio Dossev (Pope Nicola), Gheorgana Cofargieva (Nonna Iliana), Kalina Kalcheva (Kalina), Julie Maire Olson (Jennifer), Violeta Bakcevanova, Giuliana Caraiotova
Soggetto
il quarantenne fotoreporter Alessandro Manetti, nostalgico di un'ideologia che il crollo del "muro di Berlino" ha messo in discussione, si mette in viaggio verso l'Est alla ricerca di qualche traccia di un passato in cui ha creduto, per ritemprare la propria vacillante fiducia che in quell'ideologia stessero di casa giustizia, uguaglianza e libertà. È ben lungi però dal prender coscienza di viaggiare in compagnia delle proprie consuetudini consumistiche di "occidentale" benestante. A un certo punto gli è compagno un timido e insoddisfatto Andrej, che sogna proprio l'opposto, un occidente, cioè, di benessere, di libertà, di giustizia e, poco dopo, anche una giovane donna disinibita e arrabbiata, Iliana, vestita come una prostituta, ma con la pretesa di non esser considerata tale solo perché va in giro in minigonna e si esibisce in locali pubblici non propriamente morigerati. Alessandro adocchia con l'interesse delle sue abitudini di latin lover, e solo quando Iliana che si spoglia in casa proprio di fronte a una finestra visibile dalla strada, scatenando gli istinti di tre vagabondi viene aggredita e condannata a morte, pare propenso a qualche perplessità.
Valutazione Pastorale
si accetta il film, forse più per quello che vorrebbe dire e perché le immagini pruriginose del quotidiano non vi sono presenti in modo insistito che per quanto riesce realmente a dire. Questo fotografo ha assai poco del vero fotoreporter: appare piuttosto in veste di turista in vena di facili avventure, incapace di uno sguardo critico su ciò che vede ed esperimenta. Che non ci sia niente di nuovo sotto il sole dell'Est rispetto all'Ovest vorrebbe forse dirlo il regista, ma lo dice cogliendo in maniera sommaria e omologandoli, i vizi e le tendenze comuni a tutti gli uomini che non sanno andar oltre il comodo e il godereccio, senza tuttavia riuscir mai ad evidenziare le vere cause di tale appiattimento: l'assenza di valori e di ideali. Occasione mancata, forse per la difficoltà di rendere commerciabili un discorso impegnato su opposte ideologie; forse per le convinzioni approssimative dello stesso regista. E così il film non va oltre la superficiale constatazione che i muri cadono, e i vizi, la violenza, la mediocrità rimangono.