Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Aurelio Grimaldi e Anna Maria Coglitore - Fotogr.(Normale/a colori): Massimo Intoppa - Mus.: Maria Soldatini - Montagg.: Cesar Meneghetti - Dur.: 76' - Produz.: Arancia Cinema in collaborazione con TELE+.
Interpreti e ruoli
Arancia Cecilia Grimaldi (Maria), Guja Jelo (Guglielmina), Luca Badagliaccio (Francesco), Barbara Gallo, Francesco Di Leva, Gino Biscotto Volo.
Soggetto
A Ustica i due fratelli più grandi, Francesco e Giuseppe, portano fiori alla mamma nel giorno del suo compleanno. Maria, la sorellina di sei anni, decide che vuole fare come loro. Escono allora tutti e tre insieme, ma poi lei va dal fioraio in piazza e dice che vuole i fiori blu, gli iris. I soldi però non bastano, e allora l'uomo le dice di andare dal padre a farsi dare quelli che mancano. Il padre di Maria lavora lontano, al faro, e la piccola, per niente impaurita, comincia ad incamminarsi. Passa davanti alla casa di una donna dove c'é un cane che le fa paura. Guglielmina, la donna, la invita ad entrare, la trattiene ma poi aspetta una importante telefonata e la congeda, dicendole che fino al faro ci sono 3 chilometri di strada. Maria incontra una coppia di turisti e fa il bagno con loro. Mentre i fratelli la cercano, Maria arriva alla fermata dell'autobus, e qui c'è anche Salvatore, un giovane marinaio. Questi comincia ad offrirle caramelle, poi le fa domande su fidanzati e come si fanno i bambini, quindi la invita ad appartarsi ma in quel momento arriva l'autobus e Maria sale. Chiede i soldi ma il padre, che si era dimenticato il compleanno, dice di no. Allora lo zio la riporta in piazza, ma il fioraio sta andando via e ha venduto gli iris. Maria non si scoraggia. Individua la casa della signora che li ha comprati, li ottiene e finalmente torna dalla mamma con il regalo. Poco dopo arriva il marito: anche lui ha un mazzo di iris. Le preoccupazioni dei ragazzi finiscono. Ma Maria e Francesco sono stanche. La giornata è stata faticosa e sbadigliano.
Valutazione Pastorale
Sulla base di un piccolo spunto narrativo (i fiori da regalare a tutti i costi), Aurelio Grimaldi struttura un film, che colpisce per la freschezza inventiva e per la delicatezza visiva. Il regista siciliano si muove ad Ustica, in luoghi che conosce bene, e si affida all'espressione stupita e allo sguardo deciso di Arancia, che è sua figlia nella realtà, e qui, più che recitare, é se stessa, ossia una bambina di sei anni, che diventa tutti i bambini del mondo a quell'età: ostinati, incoscienti, caparbi. Il piccolo viaggio di Maria è scandito da tappe che sono altrettanti momenti della vita difficile dell'infanzia di oggi: gli adulti distratti, i potenziali pedofili, i genitori non sempre disposti ad entrare con loro 'in sintonia'. I colori e i profumi dell'isola siciliana fanno da contorno all 'impresa' di Maria, anzi quasi la assistono, testimoni per nienti muti ma vivi e presenti di un quadro che si viene componendo sui modi di un realismo asciutto e immediato. L'uso del dialetto dà autenticità, e Grimaldi, secondo la lezione zavattiniana, pedina i suoi personaggi, invece di costruirli o intervenire su di essi. Racconto spontaneo, dunque, piccolo ma convincente come un sonetto, che va via veloce e intanto parla di cose serie: la felicità dell'infanzia, l'importanza della famiglia, la necessità di un ambiente naturale. Chiuso su un gesto molto bello (lo sbadiglio dei bambini, la loro giusta stanchezza) il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come raccomandabile, ricco tematicamente e senz'altro poetico. UTILIZZAZIONE: il film è da usare in programmazione ordinaria, e da proporre come film italiano insolito e coraggioso, anche per riflettere sui molti temi attuali che propone.