Orig.: Svezia (2000) - Sogg. e scenegg.: Josef Fares - Fotogr.(Panoramica/a colori): Aril Wretblad - Mus.: Daniel Lemma - Montagg.: Michal Leszczylowski e Andreas Jonsson - Dur.: 88' - Produz.: Anna Anthony.
Interpreti e ruoli
Fares Fares (Roro), Torkel Petersson (Mans), Laleh Pourkarim (Yasmin), Tuva Novotny (Lisa), Jan Fares (Farsan), Sofi Ahlstrom Helleday (Jenny), Leonard Terfelt (Paul), Khatoun Fares (la nonna), Abdulahad Fares . (il padre)
Soggetto
Roro e Mans, due amici per la pelle, lavorano come custodi in un parco di Stoccolma. Figlio di immigrati libanesi, Roro, che è innamoratissimo della svedese Lisa ed é da lei ricambiato, la tiene nascosta alla famiglia perchè sa che tutti si opporrebbero a quella relazione. Quando finalmente, di fronte alle ripetute insistenze di lei, trova il coraggio per portarla a casa, i genitori gli annunciano di aver già organizzato il suo matrimonio con una ragazza libanese che vive in città, Yasmin. I due fanno conoscenza ed escono insieme. Il paradosso è che anche Yasmin non vuole saperne di quelle nozze, ma prega Roro di mandare avanti il fidanzamento, perchè in caso contrario lei verrebbe rispedita in Libano. Intanto anche l'amico Mans ha qualche problema: da mesi non ha rapporti con la fidanzata e ha il terrore di essere diventato impotente. Vengono provati sexy-shop e medicine alternative, ma senza successo. I preparativi per le nozze intanto vanno avanti, e il giorno stabilito arriva. Prima di andare al luogo della cerimonia, Roro ha un sussulto, va da Lisa e le dice di prepararsi perchè quel giorno si sposeranno. Nel locale Yasmin sta aspettando. Arriva Roro, interrompe tutto, e presenta la sua vera fidanzata. Grande stupore seguito da una rissa. Ne approfittano Lisa e Roro per fuggire. E con loro ci sono anche Yasmine e Mans, che si erano conosciuti e avevano simpatizzato. Yasmin lo ha fatto guarire, e i due seguono l'esempio di Roro e Lisa.
Valutazione Pastorale
Il regista Josef Fares ha appena 24 anni. Nato in Libano, nel 1987 si è trasferito con la famiglia a Orebro in Svezia, a circa duecento chilometri da Stoccolma. Ha girato alcuni cortometraggi, prima di questo film d'esordio, che ha anche scritto, mettendo insieme molte suggestioni anche personali e comunque realistiche, rese più autentiche dal coinvolgimento di non pochi componenti del nucleo familiare: il fratello Fares Fares é Roro, e poi ci sono anche il padre, la madre, la nonna, gli zii. Il nucleo centrale della storia è quello di un matrimonio programmato ma non voluto a contrasto con uno che si vorrebbe celebrare ma è impedito. Tutto vive sulle frizioni tra la tradizionalista famiglia libanese e il contorno svedese, ossia quello della società che è stata per anni simbolo di libertà e aperture. Su questi 'guai' dello scontro multiculturale, il punto di vista del giovane regista vuole essere divertito e scanzonato, e così la storia va avanti tra situazioni disinibite e un umorismo qua e là un po' sguaiato, concedendosi poi ad un finale 'rosa' che significa superamento delle barriere e prevalere dei veri sentimenti. Lo sguardo ottimista del giovane rivolto verso un futuro in cui questi problemi possano scomparire segna la parte positiva alla quale fanno da contraltare alcuni eccessi, come detto, sul piano esibizionistico e verbale. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, evidenziando alcune scabrosità presenti soprattutto nella vicenda dell'amico Mans. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e recuperato in occasioni mirate nell'ambito delle tematiche sul rapporto tra culture europee/extraeuropee, sul valore o meno delle tradizioni mantenute in altri contesti sociali e culturali. Attenzione è da tenere per i minori in occasione di passaggi televisivi.
