JAY AND SILENT BOB…FERMATE HOLLYWOOD

Valutazione
Inaccettabile, volgare
Tematica
Cinema nel cinema
Genere
Farsesco
Regia
Kevin Smith
Durata
104'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Jay and silent Bob strike back
Distribuzione
Buena Vista International Italia
Musiche
James L.Venable
Montaggio
Scott Mosier, Kevin Smith

Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Kevin Smith - Fotogr.(Scope/a colori): Jamie Anderson - Mus.: James L.Venable - Montagg.: Scott Mosier, Kevin Smith - Dur.: 104' - Produz.: Scott Mosier - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Jason Mewes (Jay), Kevin Smith (silent Bob), Shannon Elisabeth (Justice), Eliza Dushku (Sissi), Ali Larter (Chrissy), Ben Affleck (Holden McNeil/se stesso), Jeff Anderson (Randal Graves), Brian O'Halloran (Dante Hicks), Jennifer Schwalbach Smith (Missy), Carry Fisher (suora), Gus Van Sant, Wes Craven, Matt Damon

Soggetto

Jay e Silent Bob, amici dall'infanzia, partono alla volta degli studi Miramax di Hollywood, decisi ad impedire la realizzazione di un film su di loro. Fanno l'autostop, e ad un autogrill incontrano Justice e altre tre ragazze. Jay si innamora di Justice, e tutti ripartono insieme. Durante il viaggio combinano alcuni guai, e un poliziotto della guardia forestale li insegue. Arrivano a Hollywood, entrano con uno stratagemma negli studios della Miramax. Irrompono sui set di "Will hunting" e "Scream", incontrano Jason Biggs e infine gli attori che devono interpretare loro due nei ruoli di Bluntman e Chronic. Sul set ora si scatenano varie risse, cui partecipano il regista del film e la guardia forestale. Questi sta per arrestare i ragazzi, quando arriva Justice con le sue amiche. Justice fa terminate la rissa, ma viene arrestata. Jay la aspetta per la 'prima' del film. Poi Jay e Silent Bob si mettono a fare il giro delle case di coloro che avevano preso in giro la storia e i personaggi via Internet. Soprattutto ragazzini e adolescenti, abituati ad esprimere giudizi 'coloriti'.

Valutazione Pastorale

Se si fossero create alcune minime premesse, si sarebbe potuto parlare di sferzante ironia, di presa in giro e nello stesso tempo di furbo recupero del potere contrattuale di Hollywood: il copione infatti mescola attori veri nel ruolo di se stessi con personaggi inventati, gioca sullo sdoppiamento tra realtà e finzione, punta il dito sulla 'indipendente' e potente Miramax, cui però regala minuti di pubblicità gratuita. Ma di tutto ciò che concerne l'ambito 'cinema nel cinema' non si riesce più a parlare, pur con tutta la buona volontà, dopo dieci minuti. Fin dalle prime sequenze il racconto è solo il pretesto per dare spazio ad un turpiloquio senza fine, ad una serie di sconcezze verbali che sanno di sconnessione mentale e significano la rinuncia al buon gusto per una resa incondizionata a pesantezza e grevità, al piacere fine a se stesso di essere laidi e scurrili, e quindi di provocare inutilmente fastidio. Una ripetitività che alla conclusione significa solo mancanza di idee e ammissione di esaurimento di un filone, che ormai va avanti solo per accumulo di un numero sempre maggiore di oscenità. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e del tutto volgare. UTILIZZAZIONE: non si vedono possibili forme di utilizzazione, nè in programmazione ordinaria nè in altre circostanze. Molta attenzione è da tenere per i minori in occasione di passaggi televisivi (il film é vietato ai minori di 14 anni).

Le altre valutazioni

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