JOHN RAMBO

Valutazione
Discutibile, violento
Tematica
Guerra, Libertà, Politica-Società, Storia, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Sylvester Stallone
Durata
93'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
John Rambo
Distribuzione
Buena Vista International Italia
Musiche
Brian Tyler
Montaggio
Sean Albertson

Orig.: Stati Uniti (2007) - Sogg. e scenegg.: Sylvester Stallone - Fotogr.(Scope/a colori): Glen MacPherson - Mus.: Brian Tyler - Montagg.: Sean Albertson - Dur.: 93' - Produz.: Avi Lerner, Kevin King, John Thompson.

Interpreti e ruoli

Sylvester Stallone (John Rambo), Julie Benz (Sarah Miller), Paul Schulze (Michael Burnett), Matthew Marsden (Schoolboy), Graham McTavish (Lewis), Rey Gallegos (Diaz), Tim Kang (En Joo), Jake La Botz . (Reese)

Soggetto

Ormai da tempo ritiratosi nella Tailandia setterionale, John Rambo viene avvicinato da un gruppo di missionari che vuole ingaggiarlo come guida sul fiume Salween. L'obiettivo è arrivare in Birmania e portare scorte di medicinale alla popolazione locale martoriata dalla guerra. Dopo qualche esitazione, Rambo accetta e conduce le persone sul posto. Tempo dopo, saputo che i missionari non sono tornati e anzi sono stati fatti prigionieri in un campo militare, Rambo capisce di dover intervenire. Insieme ad alcuni mercenari ingaggiati da un altro pastore della missione, Rambo comincia una battaglia senza quartiere che porta alla eliminazione di tutti soldati birmani. I missionari sono salvi. Ma per Rambo, dopo questa non prevista spedizione finita nel sangue, l'unica soluzione é ora il ritorno a casa. Eccolo, rasato e pulito, arrivare nella placida campagna dove era visuto suo padre.

Valutazione Pastorale

"Rambo" (1982), "John Rambo" (2008): gli anni passati si sentono, anche se Stallone cerca di far finta di niente e, alla c.s. di presentazione, stupisce dicendo che 'ci sono ancora molte cose da scoprire sul personaggio'. E tuttavia l'assenza di novità è così palese da risultare programmatica. Tirato in ballo da una giusta causa, Rambo si risveglia, compie il proprio lavoro, e poi scompare di nuovo. Ma stavolta con un finale che sa di bucolico, di riconquista di un equilibrio recuperato non lontano ma a casa. Forse un paradigma dell'eroe contemporaneo, stanco, disilluso e bisognoso di tornare ai valori semplici di una volta. Forse. Certto la granguola di sparatorie é senza fine, la violenza dilaga in abbondanza, con qualche imitazione visiva di spari e di morti in stile plastico. Si corre lungo il rischioso confine del ricorso alle armi giusticato dalle circostanze. Per questo il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile e cetamente violento. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza di minori. Stessa cura é da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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