Just Charlie. Diventa chi sei

Valutazione
Complesso, Problematico
Tematica
Adolescenza, Educazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Sessualità
Genere
Drammatico
Regia
Rebekah Fortune
Durata
97'
Anno di uscita
2019
Nazionalità
Titolo Originale
Just Charlie
Distribuzione
Wanted Cinema
Soggetto e Sceneggiatura
Peter Machen
Fotografia
Karl Clarke
Musiche
Yann McCullough, Darryl O'Donovan
Montaggio
Erline O'Donovan
Produzione
Karen Newman. Seahorse Films

Interpreti e ruoli

Harry Gilby (Charlie Lyndsay), Scot Williams (Paul Lyndsay), Patricia Potter (Susan Lyndsay), Elinor Machen-Fortune (Eve Lyndsay)

Soggetto

Charlie è un adolescente con la passione del calcio. Conduce una vita tranquilla divisa tra scuola, famiglia e allenamenti. Charlie, però, ha un segreto: non si riconosce nel proprio corpo…

Valutazione Pastorale

Il film, opera prima di Rebekah Fortune, racconta la storia di Charlie, giovane promessa del calcio inglese e orgoglio di suo padre. La proposta d’ingaggio da parte del Manchester City che il ragazzo riceve sembra la realizzazione di tutti i suoi sogni, ma Charlie vive un dramma personale: è felice solo quando, di nascosto, “ruba” i vestiti alla sorella maggiore e si veste da ragazza. Charlie è combattuto tra il bisogno di abbracciare e mostrare a tutti quella che sente come la sua vera identità e il desiderio di compiacere suo padre, di essere un figlio-campione modello. Il genitore scopre casualmente il segreto di Charlie e in un primo momento reagisce con chiaro rifiuto, allontanandosi persino da casa. Al contrario, la madre e la sorella di Charlie riconoscono con più slancio la nuova situazione e lo invitano a vestirsi come crede; inoltre, cercano per Charlie una squadra di calcio femminile con la quale possa allenarsi. Da ultimo, lo incoraggiano a mostrarsi per quello che sente di essere dinanzi ai propri parenti, compagni e amici. Il tema dell’identità sessuale nei minori è qui trattato con attenzione e rispetto, anche se purtroppo il taglio narrativo del racconto sembra prediligere soluzioni troppo superficiali e sbrigative. Manca, infatti, qualsiasi riferimento a un accompagnamento psicologico, sia per il ragazzo che per la famiglia: si parla molto vagamente del fatto che Charlie sia seguito da persone competenti. Inoltre, la stessa reazione dei familiari è, per certi versi, abbastanza stereotipata: da un lato la mamma “accogliente” dall’altro il padre “respingente”. Ulteriore campo di prova del racconto, dagli esiti narrativi non del tutto positivi, è la dimensione della scuola: quando Charlie prova a vestirsi da donna, lì la linea del racconto percorre schemi prevedibili, oscillando tra amici solidali e altri dalle reazioni violente. In generale, seppur il film si mostri prudente e mosso dal desiderio di gestire la tematica con attenzione, non si può non riscontrare che l’argomento avrebbe meritato un maggiore approfondimento degli stati d’animo di tutti, Charlie in testa, e un approccio più realistico rispetto a difficoltà e lunghi tempi che questo tipo di “trasformazione” comporta, in particolare parlando di adolescenti. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare come complesso, problematico e da gestire con necessaria prudenza in occasione di dibattito in presenza di minori.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in occasioni di dibattito sul tema dell’identità sessuale, ribadendo la presenza di educatori e adulti in dialogo con minori per favorire un approfondimento ampio e accurato.

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