Killers of The Flower Moon

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Avidità, Conflitti etnici, Denaro, Famiglia, Giustizia, Malattia, Matrimonio - coppia, Morte, Politica-Società, Rapporto tra culture, Storia, Violenza
Genere
Drammatico, Storico
Regia
Martin Scorsese
Durata
206'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Killers of The Flower Moon
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Eric Roth, Martin Scorsese
Fotografia
Rodrigo Prieto
Musiche
Robbie Robertson
Montaggio
Thelma Schoonmaker
Produzione
Apple Studios, Imperative Entertainment, Sikelia Productions, Appian Way

Basato sul libro omonimo di David Grann

Interpreti e ruoli

Leonardo DiCaprio (Tom White), Lily Gladstone (Mollie Burkhart), Jesse Plemons (Tom White), Robert De Niro (William Hale), Brendan Fraser (W.S. Hamilton), Tantoo Cardinal (Lizzie Q), Scott Shepherd (Bryan Burkhart), Michael Abbott Jr. (Frank Smith), Sturgill Simpson (Henry Grammer)

Soggetto

La storia. Stati Uniti, anni ’20. I nativi americani Osage godono sul loro territorio di una condizione di alto benessere in seguito alla scoperta di petrolio. Ben presto diventano preda di brama e mire delittuose da parte della comunità bianca locale. Su tutti lo scaltro William Hale e il vacuo nipote Ernest Burkhart . Quest’ultimo si lega a Mollie Kyle,facoltoso membro della comunità Osage. Sono anni nei quali si verificano numerose morti sospette tra gli Osage, riconducibili proprio ai traffici di Hale…

Valutazione Pastorale

Da oltre mezzo secolo Martin Scorsese ci provoca, sfida e conquista con opere cinematografie di grande intensità. Da “Mean Streets” (1973) a “Taxi Driver” (1976), da “L’ultima tentazione di Cristo” (1988) a “L’età dell’innocenza” (1993), sino ai più recenti “Hugo Cabret” (2011), “The Wolf of Wall Street” (2013) e “Silence” (2016). A quattro anni dalla sua ultima regia, “The Irishman” (2019) targato Netflix, il regista newyorkese torna a picchiare duro sulla storia degli Stati Uniti e le sue fratture sociali con “Killers of the Flower Moon”, opera che prende le mosse dal romanzo di inchiesta di David Grann del 2017 che ha gettato luce su un torbido atto di violenza ai danni dei nativi americani Osage. Presentato in anteprima al 76° Festival di Cannes, “Killers of the Flower Moon” è prodotto dallo stesso Scorsese, dal protagonista Leonardo DiCaprio e da Apple Studios. La storia. Stati Uniti, anni ’20. I nativi americani Osage godono sul loro territorio di una condizione di alto benessere in seguito alla scoperta di petrolio. Ben presto diventano preda di brama e mire delittuose da parte della comunità bianca locale. Su tutti lo scaltro William Hale (Robert De Niro) e il vacuo nipote Ernest Burkhart (Leonardo DiCaprio). Quest’ultimo si lega a Mollie Kyle (Lily Gladstone), facoltoso membro della comunità Osage. Sono anni nei quali si verificano numerose morti sospette tra gli Osage, riconducibili proprio ai traffici di Hale… Scorsese conferma ancora una volta le sue qualità narrative, mettendo in campo una regia vigorosa, complessa e imponente. Disegna un affresco storico degli Stati Uniti dei primi decenni del Novecento con pennellate western ruvide e fosche, tratteggiando uno campionario umano vile e disgraziato, devoto solo al dio denaro. Il regista ritorna ancora una volta sul tema delle radici identitarie dell’America del Nord, la spregiudicata lotta di sopraffazione ai danni delle minoranze, in questo caso dei nativi americani. Un’intolleranza che non sembra poggiare “solo” sull’odio razziale, ma cibarsi anche di istinti feroci dell’animo umano, quell’animo ossessionato da potere ed egoismo. Scorsese stupisce per come orchestra il racconto e ne mantiene la solidità, il ritmo, per oltre tre ore – unico neo dell’opera è la durata smisurata di ben 206 minuti –, governando una storia complessa e articolata, disseminata di accadimenti e personaggi. Una messa in scena suggestiva, imponente, esaltata anche da interpretazioni maiuscole a cominciare dai Premi Oscar Robert De Niro e Leonardo DiCaprio. E se la durata eccessiva rischia di mettere alla prova la visione per lo spettatore, il finale acuto e geniale di certo ne premia lo sforzo. “Killers of the Flower Moon” è un film da vedere per (ri)scoprire una dolorosa pagina della storia americana, attraverso lo sguardo incalzante e mai banale di un grande maestro del cinema. Film complesso, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, anche come occasione per scoprire una dolorosa pagina di storia americana. In presenza di minori è bene prevedere l'accompagnamento di adulti ed educatori che aiutino a contestualizzare la vicenda e i temi in campo.

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