LA BELLA GENTE

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti *
Tematica
Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Ivano De Matteo
Durata
98'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Istituto Luce Cinecittà
Musiche
Francesco Cerasi
Montaggio
Marco Spoletini

Orig.: Italia (2009) - Sogg. e scenegg.: Valentina Ferlan - Fotogr.(Panoramica/a colori): Duccio Cimatti - Mus.: Francesco Cerasi - Montagg.: Marco Spoletini - Dur.: 98' - Produz.: Guido Servino, Guglielmo Arié per X Film in collaborazione con Solaris Cinematografica.

Interpreti e ruoli

Monica Guerritore (Susanna), Antonio Catania (Alfredo), Iaia Forte (Paola), Giorgio Gobbi (Fabrizio), Victoria Larchenko (Nadja), Myriam Catania (Flaminia), Elio Germano (Giulio)

Soggetto

Nel fine settimana Alfredo, architetto cinquantenne, e la moglie Susanna, psicologa impegnata nel settore della violenza sulle donne, si trasferiscono nella loro tenuta in Umbria. Qui una mattina dalla macchina Susanna vede una giovane prostituta malmenata da un cliente a bordo della strada. L'immagine di quella ragazza le resta dentro e sente di dovere fare qualcosa per aiutarla. Superando non poche incertezze del marito, Susanna soccorre la donna, che si chiama Nadja, la accoglie in casa per l'estate in attesa di trovarle una sistemazione in città. Tutto sembra procedere bene, fino all'arrivo nella tenuta dei figlio Giulio con la fidanzata Flaminia. Da quel momento la situazione diventa difficile da controllare e molte cose sono destinate a cambiare...

Valutazione Pastorale

In ordine cronologico, dopo l'esordio nel 2001 con "Ultimo stadio" si tratta del secondo LM di De Matteo: girato nel 2009 e mai distribuito nelle sale. Dove invece sono arrivati, più di recente, "Gli equilibristi", 2012 e "I nostri ragazzi", 2014. Episodio certamente emblematico dei profondi nodi irrisolti della filiera cinematografica nazionale, e della constatazione che si producono molti titoli senza che a questo corrisponda un adeguato stato positivo di salute. Scavalcando questo problema comunque non secondario, si può vedere il film oggi e provare a ricavarne alcune indicazioni, a sei anni di distanza. Il copione distende con misura e ordine una serie di elementi che entrano a poco a poco in un conflitto sempre più dinamico: la cornice di una quiete convinta che scivola in una tempesta senza ritorno. Emergono due bersagli: viene messa alla berlina l'illusione, comune a tanto buonismo contemporaneo, che sia possibile risolvere a parole i mali del mondo. E' smontata l'utopia che una famiglia accogliente sia luogo di pacificazione, anzi dove ci sono concordia, comprensione e benessere scattano le premesse di dissapori, rivalità, gelosie. La famiglia diventa l'anticamera dell'inferno. Si è preparati ad un finale violento, e invece tutto resta all'interno di ciò che c'era all'inizio. Niente cambia, niente può cambiare: prevalgono disillusione, sconforto, perdita di senso. Parabola amara e insieme segnata da forte realismo. Dal punto di vista pastorale, da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in occasioni successive come ritratto secco, sintetico e acuto dello stato di salute di una certa Italia contemporanea tra illusioni e retorica diffusa.

Le altre valutazioni

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