LA CARNE

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Genere
Grottesco
Regia
Marco Ferreri
Durata
95'
Anno di uscita
1991
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
LA CARNE
Distribuzione
Chance Film Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Marco Ferreri, Liliana Betti, Massimo Bucchi, Paolo Costella Marco Ferreri
Musiche
Autori Vari
Montaggio
Ruggero Mastroianni

Sogg.: Marco Ferreri - Scenegg.: Marco Ferreri, Liliana Betti, Massimo Bucchi, Paolo Costella - Fotogr.: (panoramica/a colori) Ennio Guarnieri - Mus.: Autori Vari - Montagg.: Ruggero Mastroianni - Dur.: 95' - Produz.: M.M.D. Produzione - Vietato ai minori degli anni quattordici

Interpreti e ruoli

Sergio Castellitto (Paolo), Francesca Dellera (Francesca), Philippe Leotard (Nicola), Farid Chopel, Petra Reinhardt, Gudrun Gundlach, Nicoletta Boris, Clelia Piscitello, Elena Wiedermann, Sonia Topazio, Fulvio Falzarano, Pino Tosca

Soggetto

impiegato comunale, pianista per hobby in un pubblico locale, divorziato con due figli (se ne occupa la ex-moglie), Paolo ricorda spesso sua madre e la Prima Comunione, con la quale gli pare di vivere una esperienza totalizzante nel divino. Nel night dell'amico Nicola conosce la giovane Francesca: opulenta, reduce da un aborto, assolutamente "fisica", malgrado il fascino spirituale subito frequentando un guru indiano. L'intimità scocca fra i due: per Paolo è la vittoria dell'ultrasesso e della fusione che tutto completa ed esalta, fusione che la sacerdotessa gli assicura grazie ad una speciale tecnica orientale, che permette al compagno uno stato di permanente efficienza. I due si rifugiano su di una spiaggia isolata a sud di Roma, dove Paolo ha una casetta. Riempito il frigo di carne e altro cibo, la coppia passa il tempo in amplessi, interrotti solo da una rapida incursione dei due figli in visita a Paolo e da un gruppetto di amici. Ma Francesca è migrante, come le cicogne che volano nei paraggi e ad un dato momento pensa di andarsene in altri lidi, mentre il partner capisce che per "comunicare" davvero non c'è che una alternativa: o amarsi totalmente, o fare a pezzi quel corpo bianchissimo e voluttuoso di donna, metterlo in frigo e mangiarselo in riva al mare davanti al sole. Così, dopo aver fatto animalescamente l'amore nella cuccia del prediletto cane Giovanni, l'ansia insana di Paolo viene appagata.

Valutazione Pastorale

una favola o metafora gremita di simboli, contorsioni mentali e paradossi, comunque cattiva e disgustosa. Molti i temi che Ferreri da sempre predilige (il sesso ostentato e debordante, il cibo di cui l'essere umano si ingozza, la sostanziale ed arida solitudine dei viventi). Eros e Tanatos qui si alternano ed intrecciano, ed il gioco si fa perverso e torbido con l'innesto dell'abnorme intruglio "Eucaristia-necrofilìa". A parte gli assunti pseudo-filosofici e pseudo-spirituali (per parte sua, tra l'altro, espressi da Francesca Dellera in maniera penosa), c'è grande sfoggio di amplessi e momenti gaudiosi nella follia amatoria di quella che altro non sarebbe che la storia di amore di una coppia di amanti, conclusasi con un omicidio e relativo pasto rituale. Bravo Sergio Castellitto, con sguardi spesso allucinati e non infrequente ironia. Bianchissimo, spesso siderale, il corpo di Francesca Deliera, così "fisicamente" presente, così tutta e soltanto sesso, da apparire paradossalmente atona e innocente: giusto la vittima, che appaga la fame di Paolo l'assatanato.

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