LA CORSA DELL’INNOCENTE

Valutazione
Accettabile-riserve, Crudezze
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Carlo Carlei
Durata
98'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
LA CORSA DELL'INNOCENTE
Distribuzione
Artisti Associati International
Soggetto e Sceneggiatura
Carlo Carlei, Gualtiero Rosella Carlo Carlei
Musiche
Carlo Siliotto
Montaggio
Carlo Fontana, Claudio Di Mauro

Sogg.: Carlo Carlei - Scenegg.: Carlo Carlei, Gualtiero Rosella - Fotogr.: (panoramica/a colori) Raffaele Mertes - Mus.: Carlo Siliotto - Montagg.: Carlo Fontana, Claudio Di Mauro - Dur.: 98' - Co-Produz.: Cristaldi Film, Fandango, Raitre, Roma; Fildebroc, Paris

Interpreti e ruoli

Manuel Colao (Vito), Federico Pacifici, Sal Borgese, Lucio Zagaria, Giusi Cataldo, Massimo Lodolo, Jacques Perrin, Francesca Neri, Anita Zagaria, Isabelle Mantero, Nicola Di Pinto, Severino Saltarelli, Anna Lelio

Soggetto

dopo aver effettuato un agguato mortale, un popolano rientra in casa come se non fosse responsabile della morte dei due giovani pastori da lui crivellati a colpi di lupara, e si reca a posare il fucile in granaio, osservato a sua insaputa da Vito, uno dei figli, appena dodicenne. L'uomo siede a cena imperturbabile con la famiglia. Ma l'indomani, mentre è occupata a stendere il bucato, sua moglie cade a sua volta sotto i colpi di lupara di sconosciuti, mentre Vito, spaventatissimo, si appiatta sotto un letto, fra la rete e i ferri ai quali è assicurata, sfuggendo così alla sparatoria che annienta in pochi minuti tutti i familiari presenti. Ritornata la calma, Vito si allontana cauto dal suo provvidenziale nascondiglio, rendendosi conto, all'estremo del terrore, di esser l'unico sopravvissuto della famiglia. Poiché ha un fratello maggiore che vive col gregge in montagna corre atterrito da lui. Ma qui scopre che la sua famiglia teneva in ostaggio un coetaneo, Simone, ora cadavere. Fuori di sé per il continuo terrore, Vito raccoglie lo zainetto del bambino ucciso e fugge di nuovo. Semianalfabeta, riesce a stendo a individuare la provenienza della piccola vittima, ma decide di raggiungere la famiglia del piccolo Simone, affrontando rischi e peripezie senza fine.

Valutazione Pastorale

lo spunto d'attualità c'è, purtroppo, e che un bambino possa trovarsi drammaticamente coinvolto in vendette trasversali, rapimenti, sparatorie, terrore e fuga è tutt'altro che inverosimile. Il film ha pure il pregio di una linea narrativa priva di complicazioni, che risponde bene al titolo "La corsa dell'innocente". Infatti il piccolo Vito non fa che correre, e volendo il registra potrebbe farlo correre indefinitivamente: dovrebbe solo escogitare qualche altro motivo atto a fargli continuare la fuga. Ma proprio questo incessante fuggire se, da una parte, può far risultare il film ripetitivo e tedioso, dall'altra offre al regista l'opportunità di variare continuamente la scenografia e all'operatore di scegliere una fotografia suggestiva e in alcuni momenti pregevole. Si possono cogliere, è vero, alcune sconnessioni narrative e qualche lentezza nel ritmo, a prescindere dal continuo correre del protagonista, ma non si può negare la bellezza di alcune sequenze, né l'arduo compito affidato a un attore non professionista di rendere tematicamente il dramma di un minore terrorizzato. Forse non è stata del tutto felice la scelta del piccolo Vito: visetto grazioso, naturale dinamicità nel darsi ripetutamente alle fughe più avventurose, ma scarsa espressività di fronte ad eventi carichi di crudezza raccapricciante e a drammi repentini ed agghiaccianti. È veloce, pronto nelle decisioni, coraggioso e intraprendente, ma inadatto ad esprimere convenientemente il dramma che sta interpretando.

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