
Prod.: Julien Deris, Yael Fogiel, David Gauquié, Laetitia Gonzalez, Etienne Mallet, Michel Merkt, Vincent Roget, Nathalie Vallet
Interpreti e ruoli
Melanie Thierry (Marguerite Duras), Emmanuel Bourdieu (Robert Antelme), Benoit Magimel (Pierre Rabier), Benjamin Biolay (Dionys Mascolo)
Soggetto
Francia 1944, nella Parigi occupata dai nazisti, Marguerite Duras, giovane scrittrice, è in trepida attesa del ritorno del marito Robert, caduto prigioniero dei tedeschi. La donna ogni giorno aspetta notizie che possano alleviare il suo dolore…
Valutazione Pastorale
Nata a Saigon il 4 aprile 1914 e sposata dal 1939 con Robert Antelme, Marguerite Duras ha scritto "Le douleur" in modo quanto mai frammentario: si tratta infatti di un romanzo autobiografico proveniente da un diario rimasto nascosto e dimenticato per anni. Viene pubblicato in Francia solo nel 1985. La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, mette al centro la giovane scrittrice nel momento in cui affronta la prova più forte e triste dalla sua vita: il marito è stato arrestato dalla Gestapo e di lui è difficilissimo avere notizie, così prende il via per Marguerite il momento dell’attesa, lunga, snervante, sfibrante. Il film trasmette un dolore straziante e di acuta intensità, che trova un momento altro quando è chiaro che il tema "olocausto" è inserito non nel binario prevedibile della Storia (con la S maiuscola) martoriata dal nazismo, ma in quello più straniante dell’individuo vittima in ogni luogo e in ogni tempo di abusi, torture, privazioni. Riflessione che trova il punto culminante quando Marguerite se la prende con se stessa per essere ancora viva, e quando dubita dell’esistenza del marito, scambiando la sua attesa per una brutta favola. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare come proposta di qualità sia in occasione della Giornata della memoria (27 gennaio) sia in varie altre occasioni come prodotto in grado di aiutare la riflessione non solo su cinema e Shoah, ma su cinema e letteratura, cinema e innovazioni di linguaggio.