La legge di Lidia Poët

Valutazione
Consigliabile, Problematico
Tematica
Amore-Sentimenti, Denaro, Dialogo, Donna, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Giovani, Giustizia, Libertà, Matrimonio - coppia, Metafore del nostro tempo, Morte, Politica-Società, Potere, Povertà, Psicologia, Solidarietà, Storia, Violenza
Genere
Dramma storico, Family Drama, Giallo, Legal Drama, Sentimentale
Regia
Matteo Rovere, Letizia Lamartire
Durata
Miniserie da 6 episodi, da 40'-50'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
La legge di Lidia Poët
Distribuzione
Netflix
Soggetto e Sceneggiatura
Guido Iuculano, Davide Orsini
Fotografia
Vladan Radovic (A.I.C.), Francesco Scazzosi
Musiche
Massimiliano Mechelli
Montaggio
Gianni Vezzosi, Pietro Morana
Produzione
Matteo Rovere. Casa di produzione: Groenlandia, Netflix

La miniserie è in distribuzione sulla piattaforma Netflix

Interpreti e ruoli

Matilda De Angelis (Lidia Poët), Eduardo Scarpetta (Jacopo Barberis), Pier Luigi Pasino (Enrico Poët), Sara Lazzaro (Teresa Barberis Poët), Sinéad Thornhill (Marianna Poët), Dario Aita (Andrea Caracciolo)

Soggetto

Torino 1883, Lidia Poët è un avvocato che fatica a farsi accettare dall’ambiente professionale. Le è stata anche sospesa l’abilitazione, ma lei con astuzia e resilienza va avanti cercando di difendere i suoi assistiti: tutti poveri disgraziati finiti nei guai per reati in realtà non commessi. Accanto a lei il fratello Enrico Poët, anche lui avvocato, preoccupato per le “assurde” ambizioni della sorella, così come il fascinoso giornalista Jacopo Barberis...

Valutazione Pastorale

La possiamo considerare la risposta italiana al successo britannico “Enola Holmes”. Parliamo della miniserie “La legge di Lidia Poët” firmata da Matteo Rovere, anche produttore – insieme a Netflix – con la sua Groenlandia. A differenza di Enola Holmes, che è una detective inglese nella Londra di fine ‘800, sorella del celebre Sherlock Holmes, Lidia Poët è un personaggio realmente esistito: è stata la prima italiana a laurearsi in legge e a entrare nell’Ordine degli avvocati, sbaragliando le diffuse resistenze del tempo perché donna. Una miniserie che prende le mosse da una cornice realistica, per poi dipanarsi in un tracciato di finzione coinvolgente che unisce crime, legal e romance dalle striature brillanti. La storia. Torino 1883, Lidia Poët (Matilda De Angelis) è un avvocato che fatica a farsi accettare dall’ambiente professionale. Le è stata anche sospesa l’abilitazione, ma lei con astuzia e resilienza va avanti cercando di difendere i suoi assistiti: tutti poveri disgraziati finiti nei guai per reati in realtà non commessi. Accanto a lei il fratello Enrico Poët (Pier Luigi Pasino), anche lui avvocato, preoccupato per le “assurde” ambizioni della sorella, così come il fascinoso giornalista Jacopo Barberis (Eduardo Scarpetta)… Sei puntate che conquistano con grande facilità: la miniserie “La legge di Lidia Poët” possiede ritmo, un’adeguata tensione enigmatica, propria del genere “Murder Mystery”, ma anche un’accurata ed elegante confezione formale da romanzo storico. Il racconto, che ruota attorno all’arguzia dell’avvocato-detective Lidia Poët, si carica poi di altri temi a partire dalla linea “femminista”, uno sguardo teso a ridefinire il ruolo della donna nella società del tempo (con parallelismi all’oggi): una donna libera di poter scegliere formazione, professione e amore. Matilda De Angelis conferma le sue doti di interprete capace e versatile, perfetta in ogni genere con cui si misura. Al di là di qualche soluzione narrativa poco convincente, “La legge di Lidia Poët” è una miniserie che si apprezza con piacere per atmosfera e svolgimento. Consigliabile, problematica.

Utilizzazione

Per temi e linguaggio in campo, la serie è indicata per un pubblico adulto o per adolescenti accompagnati.

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