La lunga corsa – Una commedia stralunata

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Bambini, Carcere, Educazione, Emarginazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Giustizia, Libertà
Genere
Commedia
Regia
Andrea Magnani
Durata
88'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Italia/Ucraina
Titolo Originale
La lunga corsa – Una commedia stralunata
Distribuzione
Tucker Film
Soggetto e Sceneggiatura
Andrea Magnani
Fotografia
Iaroslav Pilunskyi
Musiche
Fabrizio Mancinelli
Montaggio
Luigi Mearelli
Produzione
Pilgrim Film, Bartlebyfilm, Fresh Production Group con Rai Cinema

Interpreti e ruoli

Adriano Tardiolo (Giacinto), Giovanni Calcagno (Jack), Barbora Bobulova (Direttrice Malin), Nina Naboka (Rocky), Aylin Prandi (Lucia), Stefano Cassetti (Mondo), Gianluca Gobbi (Giacinto da bambino)

Soggetto

Giacinto è nato in carcere. Il padre e la madre sono entrambi detenuti e lui non conosce altra realtà. Qui cresce, al riparo dal mondo, sotto la burbera, ma affettuosa vigilanza di Jack, il capo degli agenti di custodia. Abbandonato dai genitori, divenuto adolescente è costretto a trasferirsi in una casa d’accoglienza. Giacinto, però buono e sensibile com’è, non riesce a inserirsi e farà di tutto per tornare in prigione.

Valutazione Pastorale

Secondo lungometraggio di Andrea Magnani dopo “Easy- Un viaggio facile facile” 2016, “La lunga corsa. Una commedia stralunata” racconta la storia di Giacinto, nato in carcere da genitori entrambi detenuti che non conosce altra realtà se non quella della prigione. Qui cresce, al riparo dal mondo, sotto la burbera ma affettuosa vigilanza di Jack (Giovanni Calcagno), il capo degli agenti di custodia. Abbandonato dal padre prima e dalla madre dopo qualche anno, divenuto adolescente è costretto a trasferirsi in una casa d’accoglienza. Giacinto, buono e sensibile com’è, non riesce a inserirsi e per di più è oggetto di bullismo da parte dei compagni; farà di tutto per tornare nell’unico posto che conosce e nel quale si sente al sicuro: il carcere. Appena maggiorenne cerca di farsi arrestare e poi diventa anche lui un agente di custodia. Negli anni Giacinto ha stabilito un rapporto anche con l’ergastolana Rocky (l'attrice ucraina Nina Naboka) ed è proprio l’enigmatica e ruvida donna a scoprire che il ragazzo ama correre, così, via internet, lo iscrive a una gara di corsa campestre. E Giacinto corre, ma non sarà questo a fargli fare il salto verso la libertà fisica e soprattutto mentale (che comunque sembra non volere). Sarà necessaria una nuova nascita. Unico film italiano in concorso al 40° Torino Film Festival nel 2022, “La lunga corsa” è una malinconica e surreale favola moderna; il percorso di crescita di un’anima bella, Giacinto, a cui dona una grazia lieve e ingenua Adriano Tardiolo (che attinge a piene mani alla sua precedente interpretazione, quella di Candido in “Lazzaro felice” di Alice Rohrwacher, 2018). Essenziale nella regia e nella sceneggiatura, senza precisi riferimenti territoriali e temporali - a parte il carcere, attorno al quale tutto ruota e al quale sempre si ritorna - il film suggerisce, più che affrontare, temi importanti quali la ricerca della propria identità, il bisogno di legami affettivi stabili, la fatica e la paura di crescere; senza dimenticare la condizione dei figli delle detenute: carcerati senza colpa. Un tema drammaticamente attuale che una società che voglia ancora definirsi “civile” non può continuare a ignorare. Nel cast anche Barbora Bobulova, che interpreta la direttrice Malin. Figlia del precedente direttore del carcere; anche lei, come Giacinto, è incapace di allontanarsi, “prigioniera” di un luogo dove nessuno vorrebbe vivere e che loro hanno scelto come “casa”. “La lunga corsa. Una commedia stralunata” è complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

l film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito.

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