LA MOGLIE DEL SOLDATO

Valutazione
Inaccettabile, Scabroso
Tematica
Conflitti etnici, Libertà, Terrorismo
Genere
Drammatico
Regia
Neil Jordan
Durata
708'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
THE CRYING GAME
Distribuzione
Academy Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Neil Jiordan
Musiche
Anne Dudley
Montaggio
Kant Pan

Sogg. e Scenegg.: Neil Jiordan - Fotogr.: (scope/a colori) Jan Wilson - Mus.: Anne Dudley - Montagg.: Kant Pan - Dur.: 708' - Produz.: Stephen Wolley - Vietato ai minori degli anni 14

Interpreti e ruoli

Forest Whitaker (Jody), Miranda Richardson (Jude), Stephen Rea (Fergus), Jaye Davidson (Dil), Adrian Dunbar (Maguire), Breffini Mckenna (Tinker), Joe Savino (Eddie), Ralph Brown (Dave)

Soggetto

nell'Ulster un commando di terroristi dell'IRA rapisce in un parco-giochi Jody, un soldato inglese di colore che è stato irretito da Jude, una donna del gruppo. Se gli inglesi non accetteranno lo scambio con un altro prigioniero irlandese, Fergus – altro militante – ucciderà il rapito. Ma Fergus non è un malvagio e nei giorni di cattura dell'ostaggio si comporta con lui più che umanamente (via il cappuccio soffocante, molte parole pazienti, un po' di aiuto nei momenti delle necessità fisiologiche). Portandolo sul luogo dell'esecuzione, Fergus, che è solo, vedendo sfuggire Jody, non ha il coraggio di sparargli vilmente alle spalle: tuttavia Jody muore investito da un blindato inglese in transito fra i boschi. Lasciati i compagni, Fergus va a fare il muratore a Londra, non solo tentando di dimenticare i propri rimorsi, ma perché il morto gli ha lasciato un compito assai insolito: quello di proteggere la moglie Dil che fa la parrucchiera e frequenta il bar Metro. A lei Fergus deve portare l'ultimo messaggio d'amore, così come ha fermamente promesso a Jody. Fergus scova Dil (che è del tutto all'oscuro dei precedenti), piano piano se ne innamora, anche difendendola rudemente da qualche cliente manesco, poiché la "moglie" del morto, dopo il suo lavoro nel negozio, si trasferisce in un equivoco locale ritrovo di transessuali. La situazione è sconvolgente: Fergus non dimentica l'impegno protettivo assuntosi, ma la relazione è troppo anormale, anche perché Dil gli è profondamente "attaccata". Lui la colpisce con un pugno il giorno in cui, al momento di andare per la prima volta a letto insieme, Fergus scopre che Dil è un travestito. Sconvolto torna a casa, dove trova la terrorista Jude che gli ordina di assassinare un anziano giudice inglese all'uscita da uno dei suoi incontri in una casa compiacente. L'ex-terrorista deve accettare, anche perché si preoccupa della incolumità di Dil (sulle piste della quale si è messa la stessa Jude, gelosa per di più). Fergus, tagliati a Dil i capelli cortissimi e nascostala in un alberguccio, va a ritirare l'arma da Jude. Passa comunque con Dil una tranquilla notte prima del suo delitto e così confessa come andarono le cose con Jody. Ma al mattino l'irlandese si trova legato mani e piedi al letto da Dil, che teme per la vita di lui e si rifiuta a un secondo probabile lutto. Vedendo non apparire all'ora stabilita Fergus, il terrorista Maguire uccide lui il magistrato, ma cade ucciso da una guardia di questi. In preda al panico Jude fugge verso l'alloggio di Dil per vendicare l'amico morto, ma viene uccisa con la pistola di Fergus, della quale Dil si è impadronita per proteggere l'oggetto del proprio amore e vendicare ad un tempo la fine di Jody. Fergus viene condannato dalla Corte Suprema. Nel parlatorio di un carcere inglese, Fergus e Dil – ormai legati da troppi eventi e sentimenti – contano i giorni che a migliaia mancano al loro incontro nella libertà.

Valutazione Pastorale

film ovviamente inaccettabile, ma formalmente non privo di pregi. Lo ha scritto, sceneggiato e diretto l'irlandese Neil Jordan. È tutto giocato sull'ambiguità e i molti incastri ed intrecci che essa determina e, questo, non soltanto perché il tema principale e più appariscente sia quello del sesso della "moglie" dell'ostaggio. Più a monte vi sono la guerra – anzi la guerriglia terroristica – ed il contesto delle relazioni IRA-Inghilterra, realtà storica e geografica di cui ormai assai poco si parla, ma che resta come fatto tragico e scoraggiante. L'effetto-sorpresa (il sesso di Dil) non certo previsto all'inizio del film, neppure diventa il perno della vicenda. Va da sé che lo spettatore è obbligato a non spogliarsi di un indubbio senso di disagio, sul piano morale e fisico, che la presenza del bruno Jaye Davidson nei panni di Dil (quando li ha e quando ne appare privo) suscita in lui. Tutto - incontri, passioni, sentimenti – è condizionato da sequestri, armi, blitz guerreschi e sentore di sangue. D'altro canto, quale mai preciso significato avrebbe sortito e motivato il film di Jordan, se il soldato inglese avesse affidato alla protezione del suo carceriere una donna vera? Comunque, se l'opera è ardita per tanti motivi (il soldato "diverso" e non solo per il colore della pelle, il suo amante uomo-donna e l'ex carceriere, persona insicura, piena di rimorsi, poi intrappolato in un amore che finisce con l'ammaliarlo), è anche un po' manichea, perché è chiaro che per il regista (irlandese) il peggio è da parte britannica. L'inizio del film, i momenti, i cedimenti alla simpatia e pietà tutto è valido, ma solo fino alla morte – dovuta al caso – del soldato, dopo che il (non nuovo) rapporto vittima-carnefice è stato egregiamente affrontato. Poi cominciano il disagio e i nuvoloni, anche se i sentimenti degli esseri umani, sia pure contorti e deviati, sembrano più forti della guerra. Da segnalare il contributo di Stephen Rea, un Fergus dalla maschera malinconica, dibattuto tra un impegno insostenibile, il suo carattere insicuro, pressioni politico militari ed un sentimento anomalo, cui migliaia di giorni da passare in galera non impediscono di fiorire e resistere.

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