LA NOSTRA QUARANTENA

Valutazione
Consigliabile, superficialità, dibattiti
Tematica
Emigrazione, Famiglia, Lavoro, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Peter Marcias
Durata
78'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Istituto Luce Cinecittà
Musiche
Stefano Guzzetti
Montaggio
Andrea Lotta

Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Gianni Loy - Fotogr.(Normale/a colori): Alberto Lopez Palacios, Luca Silvagni, Maurizio Crepaldi - Mus.: Stefano Guzzetti - Montagg.: Andrea Lotta - Dur.: 78' - Produz.: Camillo Esposito per Capetown srl in collaborazione con Ultima Onda; Fondazione Anna Ruggiu Onlus, Zena Film.

Interpreti e ruoli

Francesca Neri (Maria Mercadante), Moisé Curia (Salvatore), Piero Pia (Piero), Cecilia Napoli (Laura), Nino Nonnis (pensionato), Tiziana Troja e Michela Sale Musio . (Le Lucide nel ruolo delle due suore)

Soggetto

Nel porto di Cagliari approda la Kenzo, una nave per il trasporto merci. E' il maggio 2013 e i 15 marinai marocchini che compongono l'equipaggio entrano in sciopero: dal dicembre dell'anno precedente 2012 non ricevono più lo stipendio e decidono di rendere evidente questa situazione. In parallelo Maria, docente all'Università di Roma, incarica un suo studente, Salvatore, di svolgere una ricerca sulla vicenda cagliaritana. Il ragazzo comincia con buona volontà ma ben presto entra in crisi. Accanto infatti alla situazione dei marocchini, verifica l'esistenza di uno stato diffuso di incertezza e di precarietà: tutti quelli che incontra al porto e in città esprimono disagi e interrogativi per il futuro. Lui per primo appare tentato di lasciare il Paese e andare all'estero...

Valutazione Pastorale

Le sequenze di apertura sono dedicate alla visita pastorale di Papa Francesco a Cagliari il 22 settembre 2013. Immagini autentiche in grado di farci entrare da subito nel doppio binario del copione: fiction e documento affiancati secondo una scelta che Marcias da sempre predilige. Quindi le interviste e le confessioni a cuore aperto dei marinai marocchini vanno di pari passo con i momenti del lavoro svolto da Salvatore sul territorio, il suo prendere atto che i giovani hanno un futuro incerto e che la precarietà è uno stato d'animo difficile da eliminare. Marcias lavora con stile e leggerezza ma resta ben presto chiuso in un orizzonte che finisce col guardarsi intorno e non si apre al mondo. Una vicenda del genere avrebbe potuto porsi come emblematica di orizzonti più grandi, uno sguardo aperto sui bisogni, le attese, le speranze di territori globalizzati e in cerca di solidarietà. La regia resta invece abbastanza ferma e modesta quanto a spunti e suggestioni. Sono molti i temi trattati ma restano a livelli di limitato approfondimento. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, segnato da superficialità e da affidare a dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e da recuperare in occasioni mirate (cineforum...) per avviare riflessioni sui temi comunque attuali che la vicenda propone.

Le altre valutazioni

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