LA PICCOLA LOLA

Valutazione
Accettabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Bambini, Famiglia - genitori figli, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Bertrand Tavernier
Durata
128'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Holy Lola
Distribuzione
Lucky Red
Musiche
Henri Texier
Montaggio
Sophie Brunet

Orig.: Francia (2004) - Sogg. e scenegg.: Tiffany Tavernier, Dominique Sampiero, Bertrand Tavernier - Fotogr.(Panoramica/a colori): Alain Choquart - Mus.: Henri Texier - Montagg.: Sophie Brunet - Dur.: 128' - Produz.: Frederic Bourboulon, Alain Sarde.

Interpreti e ruoli

Isabelle Carre (Geraldine Ceyssac), Jacques Gamblin (Pierre Ceyssac), Lara Guirao (Annie), Bruno Putzulu (Marco Folio), Frederic Pierrot (Xavier), Maria Pitarresi (Sandrine Folio), Jean-Yves Roan (Michel), Severine Caneele (Patricia), Anne Loiret (Nicole), Philippe Said (Bernard), Gilles Gaston-Dreyfus (Yves Fontaine), Anne-Marie Philipe . (Marianne)

Soggetto

Essendo senza figli, il dottor Pierre Ceyssac e la moglie Geraldine, giovane coppia francese, prendono la decisione di adottare un bambino cambogiano. Si recano nel Paese asiatico ma qui, convinti di potersi sbrigare abbastanza rapidamente, si trovano invece ad affrontare situazioni che dilatano a dismisura la loro permanenza sul posto. A frappore ostacoli infiniti é una burocrazia che prevede documenti su documenti e firme su firme, il tutto sia sul versante cambogiano sia su quello francese per quanto riguarda il rientro in Patria con il bambino (che é poi una bambina). La coppia tratta con impiegati, versa soldi a funzionari, viene presa di mira da mediatori e trafficanti, partecipa ad aste con americani che offrono di più per il piccolo scelto. Perché tutto sia veramente a posto occorre aspettare l'arrivo dell'ultimo nullaosta da Parigi. Il fax firmato arriva quando l'aereo é già sulla pista. Finalmente Pierre e Geraldine possono fare ritorno in Francia con la loro piccola.

Valutazione Pastorale

Sull'attualissimo e delicato tema delle adozioni internazionali, Tavernier prende spunto da un testo scritto dalla figlia Tiffany per mettere insieme un copione a metà tra fiction e toni da documentario. L'esperto regista francese confeziona un racconto che non trascura alcunché di quei possibili agganci utili a creare dinamica drammatica, disappunto, pathos: tutto deve concorrere a mettere in primo piano le falle profonde dei vari 'sistemi' a disposizione degli Stati di fronte ad un argomento così pressante. E se la Cambogna resta lontana, é evidente che gli strali più acuti sono rivolti alla Francia. L'obiettivo di scuotere la situazione é stato del resto raggiunto, se é vero che, all'indomani dell'uscita del film, si é messo in moto un meccanismo che ha portato in Francia al cambiamento di alcune regole sull'adozione dall'estero. Un po' troppo lungo, e qua e là ripetitivo, il film é di fin troppo facile lettura e, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e proposto in occasioni mirate per avviare riflessioni sull'argomento trattato

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