LA PICCOLA VERA

Valutazione
Discutibile, Crudo
Tematica
Giovani
Genere
Drammatico
Regia
Vasily Pichul
Durata
126'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
U.R.S.S.
Titolo Originale
MALEN'KAJA VERA
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Maria Khmelik
Musiche
Vladimir Matetskv
Montaggio
Vasily Pichul

Sogg. e Scenegg.: Maria Khmelik - Fotogr.: (panoramica/a colori) Yefim Reznikov – Mus.: Vladimir Matetskv - Montagg.: Vasily Pichul - Dur.: 126' - - Produz.: M. Gorki

Soggetto

la diciottenne Vera vive in una piccola città industriale sul Mar Nero, col padre, Kolia, camionista, e con la madre operaia, mentre il fratello maggiore, Viktor, che è medico, lavora a Mosca, e si è recentemente separato dalla moglie. La ragazza, ribelle e scontenta, non sopporta l'autorità dei genitori, va in giro con gli amici e rifiuta di fare i lavori domestici, dei quali deve occuparsi solo la mamma, ai ritorno dalla fabbrica, cosicché viene rimproverata continuamente. Mentre si incitano inutilmente a vicenda ad essere severi con Vera, e ricorrono spesso all'intervento telefonico di Viktor, perchè la convinca ad ubbidire, i genitori si consolano come possono: l'uomo si ubriaca di vodka, pur lamentandosi d'essere malato di cuore, e la donna prepara grandi barattoli di sottaceti e conserve. Vera invece di studiare insieme ad una compagna ancora più libera di lei, va a ballare coi suoi molti amici, e a volte non rifiuta il sesso. Un giorno, in una sala da ballo, Vera conosce uno studente dell'istituto metallurgico, Serghey; i due s'innamorano e iniziano una relazione, poi, inaspettatamente, il giovanotto chiede a Viktor venuto da Mosca, di sposare Vera, e va a presentarsi alla famiglia, comportandosi, però, in modo moltto irritante. Ben presto la ragazza lo porta a vivere in casa, ma qui cominciano grossi contrasti coi genitori, e la situazione diventa molto tesa. La sera del compleanno del padre, questi, che è già ubriaco, stufo di essere trattato con sarcasmo da Serghey, lo ferisce gravemente con un coltello; il giovane viene ricoverato all'ospedale, ma intanto c'è un'inchiesta della polizia. La madre spinge Vera a testimoniare che il fidanzato si è ferito accidentalmente, e la ragazza finisce col fare la falsa deposizione, che è stata chiesta per salvare il padre dalla prigione. Ma quando, poi, in ospedale Serghey la tratta con rancore, Vera, temendo di perderlo, torna a casa e si avvelena. Viene salvata dal fratello, che poi riparte per Mosca. Serghey torna a vivere con lei e coi genitori, e tutto sembra tornato alla normalità.

Valutazione Pastorale

il film, pur non essendo perfetto dal punto di vista ed essendo realizzato piuttosto rozzamente, ha però il merito di presentare un quadro interessante sulle condizioni dei giovani russi d'oggi. Già le immagini della piccola città industriale, con le fumose ciminiere, che annebbiano l'aria e le discariche di rifiuti, da' il senso dell'angoscia, e durante lo svolgersi della vicenda viene confermata con violenza un'atmosfera di squallida monotonia, disperazione e disfacimento interiore. I ragazzi, che vengono mostrati, sono turbolenti e inconcludenti, ma soprattutto fragilissimi, non hanno valori spirituali, e non trovano appoggio nell'amore o nei genitori, che non sanno comprenderli, ma solo rimproverarli. Vera vuole imitare gli americani: va in discoteca, professa l'amore libero, balla il rock e mastica il chewing gum, ma anche il consumismo la porta alla disperazione. Particolarmente importanti sono due scene del film, quella del colloquio fra Vera e Serghey al mare, quando la ragazza afferma sarcasticamente che il loro solo scopo è il comunismo, e quella in cui le viene rivelato dalla famiglia che sua madre non voleva farla nascere e, senza l'opposizione del marito, avrebbe abortito.

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