LA PROMESSE

Valutazione
Accettabile, realistico
Tematica
Adolescenza, Emigrazione, Famiglia - genitori figli, Lavoro, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
Durata
92'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Belgio
Titolo Originale
LA PROMESSE
Distribuzione
Lucky Red
Musiche
Jean Marie Billy, Denis M'Punga
Montaggio
Marie Helen Dozo

Orig.: Belgio (1996) - Sogg. e cenegg.: Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne - Fotogr. (Panoramica/a colori): Alain Marcoen - Mus.: Jean Marie Billy, Denis M'Punga - Montagg.: Marie Helen Dozo - Dur.: 92' - Produz.: Luc Dardenne, Hassen Daldoul, Jacqueline Pierreux, Claude Waringo.

Interpreti e ruoli

Jeremie Renier (Igor), Olivier Gourmet (Roger), Assita Ouedraogo (Assita), Rasmané Ouedraogo (Hamidou), Hachemi Haddad (Nabil), Florian Delain (Riri), Sophia Leboutte (Maria), Lyazzide Bakouche, Frederic Bodson

Soggetto

In Belgio Igor, ragazzo sui quindici anni, non va a scuola, lavora ufficialmente in una officina, ma in realtà passa la giornata ad aiutare il padre Roger nei suoi traffici illegali di manodopera clandestina. Roger affitta misere stanze di un palazzo semidiroccato a uomini e famiglie di extracomunitari (africani soprattutto ma anche asiatici) che non hanno permesso di soggiorno, offre loro lavoro come muratori naturalmente in nero, dando paghe occasionali e pretendendo affitti e pagamenti per qualunque richiesta (acqua corrente, riscaldamento, luce...). Il giovane Igor partecipa con incoscienza a queste losche attività, trovando ogni tanto il tempo per giocare con alcuni coetanei. Un giorno però l'africano Hamidou cade accidentalmente da un'impalcatura e, prima di morire, chiede ad Igor di promettergli di badare alla moglie Assita e al figlioletto Seydou. Igor promette e, mentre il padre nasconde il corpo dentro il cemento e dice ad Assita che il marito è partito, sente crescere in sè un sentimento misto di rabbia e di paura per l'attività del padre. Capisce che Roger vuole spedire Assita in Germania per liberarsene definitivamente e allora, anche andando contro la volontà paterna, fugge con lei, la aiuta a curare il figlioletto malato, la convince a raggiungere alcuni parenti in Italia. Alla stazione Igor avverte che è il momento di dirle la verità sulla morte del marito. I due si guardano in silenzio. Un futuro difficile ma più consapevole aspetta entrambi.

Valutazione Pastorale

Il film è un forte, diretto atto d'accusa verso situa-zioni di sfruttamento che vivono e prosperano con il tacito silenzio di tutti. Realistico nell'impianto per il taglio secco e bruciante delle immagini in pre-sa diretta, il film acquista a poco a poco i toni di un dramma alto e profondo: perchè la coscienza del ragazzo è spaccata nel momento in cui capisce di essere di fronte ad un dilemma grande, disubbidire al padre o lasciare ad un tragico destino una madre col figlio neonato. La scelta a favore della donna significa il prevalere della solidarietà, della compassione, del diritto ad una vita dignitosa contro l'inciviltà e la barbarie. Indicazioni molto positive, quindi, da un punto di vista pastorale per un film che si segnala anche per l'appello che lancia a favore del recupero delle identità nazionali e per il contributo che offre ad una migliore, reciproca comprensione. UTILIZZAZIONE: Il film è da utilizzare anche in programmazione ordinaria, certo trovando una migliore collocazione in un ambito di cinema d'essai, con il supporto di adeguato materiale informativo. Gli argomenti affrontati sono tanti, di grande attualità ( il lavoro nero, Europa occidentale ed extracomunitari, scontro tra culture e civiltà, rapporto padre-figlio...) e consigliano il ricorso al film anche in occasioni più ristrette.

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