LA SAMARITANA

Valutazione
crudezze, Discutibile, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Famiglia - genitori figli, Sessualità
Genere
Drammatico
Regia
Kim Ki-duk
Durata
95'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Corea del Sud
Titolo Originale
Samaria
Distribuzione
Mikado Film
Musiche
Park Ji
Montaggio
Kim Ki duk

Orig.: Corea del Sud (2004) - Sogg. e scenegg.: Kim Ki duk - Fotogr.(Panoramica/a colori): Sun Sang jae - Mus.: Park Ji - Montagg.: Kim Ki duk - Dur.: 95' - Produz.: Kim Ki duk Film.

Interpreti e ruoli

Lee Uhl (Young-Gi), Kwak Ji-Min (Yeo-Jin), Seo Ming-Jung (Jae-Young), Kwon Hyun-Min (venditore), Oh Young (musicista), Shin Taek-Ki . (suicida)

Soggetto

Decise a mettere insieme i soldi necessari per un viaggio a New York, due amiche adolescenti organizzano a Seul un giro di prostituzione. Mentre Jae Young intrattiene i clienti, Yeo Jin si occupa della parte pratica, scrivendo su un'agenda nomi, indirizzi, incassi. Un giorno, mentre si trova in un motel con un cliente, Jae Young capisce che sta arrivando la polizia per una retata. Impaurita da un possibile arresto, la giovane si butta dalla finestra e muore. Yeo Jin, affranta dal dolore, decide di proseguire nel lavoro condotto dall'amica e comincia a frequentare tutti clienti di lei ma senza pagare e anzi restituendo loro i soldi spesi in precedenza. Succede che da due finestre di fronte di due palazzi Young Gi vede la figlia a letto con uno sconosciuto e ne resta sconvolto. Poliziotto vedovo e dal carattere chiuso, Young Gi pensa che l'unica cosa da fare sia quella di seguire gli uomini che vanno con la figlia e dare loro esemplari punizioni. Alcuni vengono svergognati davanti alla famiglia, altri rimediano botte limitate, con altri ancora invece il poliziotto é spietato e infierisce con dura violenza. Una mattina lascia la città e parte con la figlia per il luogo isolato dov'è la tomba della mamma. Sulla strada del ritorno, lascia la figlia da sola e si fa arrestare dai colleghi della polizia.

Valutazione Pastorale

Vincitore dell'Orso d'oro per la miglior regia al Festival di Berlino edizione 2004, il film precede dunque "Ferro 3 La casa vuota", in concorso a Venezia nel settembre 2004. I temi di Kim Ki duk ci sono tutti. Quello centrale suona in questo modo: l'essere umano aspira alla purezza e alla bellezza. Ma troppi fattori si inseriscono a sporcare questa nobile aspirazione e, per tenerla in vita, bisogna, se è il caso, fare ricorso alla violenza. La semplicità dell'assunto esplode nella forza dei sentimenti costretti a muoversi come in una giostra impazzita, a rischiare di non trovare mai pace se non nell'isolamento di un monastero sull'acqua (succedeva in "Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera") o di fronte ad un eremo di solenne ieraticità. L'autore vede il mondo attraverso la lente di un incessante conflitto Bene/Male, il cui esito non è affatto scontato. Un pessimista 'aperto', il regista coreano, in grado di costruire storie sempre forti e coinvolgenti. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, segnato da alcune crudezze e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Molta cura per i più piccoli è da tenere anche in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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