Orig.: Italia (2010) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Andrea Camilleri - Scenegg.: Rocco Mortelliti, Maurizio Nichetti, Andrea Camilleri - Fotogr.(Scope/a colori): Tommaso Borgstrom - Mus.: Paola Ghigo - Montagg.: Marzia Mete - Dur.: 98' - Produz.: 13 Dicembre in associazione con Emme Cinematografica, e in collaborazione con Rai Cinema.
Interpreti e ruoli
Nino Frassica (maresciallo Paolo Giummaro), Maurizio Casagrande (delegato Ernesto Bellavia), Neri Marcorè (Antonio Patò), Alessandra Mortelliti (signora Patò), Flavio Bucci (Artuto Bosisio), Simona Marchini (principessa Imelda Sanjust), Alessia Cardella. (Rachele Infantino), Manlio Dovì (Calogero Pirello), Franco Costanzo (ragioniere Cardillo), Guia Jelo. (prostituta), Pippo Crapanzano . (Artidoro Pecoraro)
Soggetto
Vigata, Sicilia, 1890. Alla fine della Sacra Rappresentazione del "Mortorio" del Venerdì Santo, il ragioniere della locale Banca di Trinacria Antonio Patò, che interpreta Giuda, scompare senza lasciare traccia di sé. Dopo qualche iniziale contrasto nelle rispettive competenze, il delegato di sicurezza Ernesto Bellavia e il maresciallo dei Carabinieri Paolo Giummaro cominciano a lavorare insieme. Le indagini si muovono ad ampio raggio, coinvolgendo dapprima la moglie, poi i colleghi di banca, quindi il parroco, amici e conoscenti. Si scava nelle sue abitudini, ascoltando anche il dottore e il farmacista. La svolta arriva, quando l'attenzione si sposta su un'altra sparizione irrisolta, quella della moglie del direttore della banca. Alcuni particolari aiutano a ricostruire i legami tra Patò e la donna data per morta. La soluzione della fuga d'amore dei due viene però esclusa e anche Patò viene ufficialmente ritrovato morto e celebrato alla messa funebre.
Valutazione Pastorale
Il punto di partenza è il romanzo omonimo di Andrea Camilleri, pubblicato nel 2000. Subito dopo sembra quasi obbligatorio ricordare che si tratta del primo film per il grande schermo tratto da un'opera dell'autore siciliano. E che, naturalmente, arriva nel mezzo delle innumerevoli (e di grande successo) puntate del "Montalbano" televisivo, vecchio e dopo anche 'giovane'. Anche in questo caso l'impianto narrativo ha i toni del 'giallo': una persona scompare, il delegato e il maresciallo indagano, ricostruiscono i fatti e li affidano alle autorità. Nelle pieghe del 'genere' ci sono però umorismo, ironia, sbeffeggiamenti, che vanno a comporre un quadro da risata amara e poco simpatica: un piccolo dramma fatto di luci/ombre, di chiaroscuri, di caratteri sfuggenti e sfaccettati. Nel quadro ambientale della Sicilia fine '800, tra umori e colori ricostruiti con molta 'maniera' e poca passione, cala poi la conclusione: una critica del potere che nasconde le verità scomode, una denuncia dai toni precisi e velenosetti (con la sequenza del rapporto all'altare da stigmatizzare perché del tutto sopra le righe). Raccontare la fine dell' '800 per parlare dell'oggi? Può darsi, perché la collocazione retrodatata consente migliori margini di movimento, e un certo fascino di 'nostalgia'. Alla fine, la verità è ambigua, come hanno detto anche Pirandello e Sciascia, e le sorti progressive della Storia sono l'utopia di molti e la speranza di pochi. Film di dignitosa e tranquilla confezione (con la buona scelta della doppia azione sovrapposta per spiegare l'enigma) che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, in seguito, come proposta nell'ambito del rapporto Camilleri/piccolo-grande schermo. Qualche attenzione è da tenete per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.
