LA SECONDA VOLTA *

Valutazione
Accettabile-riserve, Problematico, Dibattiti
Tematica
Psicologia, Terrorismo
Genere
Drammatico
Regia
Mimmo Calopresti
Durata
80'
Anno di uscita
1995
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
LA SECONDA VOLTA
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Heidrun Schleef, Francesco Bruni, Mimmo Calopresti
Musiche
Franco Piersanti
Montaggio
Claudio Cormio

Sogg. e Scenegg.: Heidrun Schleef, Francesco Bruni, Mimmo Calopresti - Fotogr.: (panoramica/a colori) Alessandro Pesci - Mus.: Franco Piersanti - Montagg.: Claudio Cormio - Dur.: 80' - Coproduz.: Sacher Film, Banfilm, Roma - La Sept Cinema , Paris

Interpreti e ruoli

Nanni Moretti (Alberto Sajevo), Valeria Bruni Tedeschi (Lisa Venturi), Valeria Milillo (Francesca), Marina Confalone (Adele), Orsetta De Rossi (Raffaella), Paolo De Vita (Giudice Di Biagio), Simona Caramelli, Francesca Antonelli, Antonio Petrocelli, Rossana Mortara, Nello Mascia

Soggetto

Alberto Sajevo, un professore universitario torinese separato dalla moglie, vive con la sorella minore Francesca, che tenta invano di trovargli una compagna nella disponibile Raffaella. Ma Alberto sembra assorbito dalle sue lezioni e dalla sua solitudine finché casualmente ha modo di scorgere dal tram una giovane che segue fino a vederla rientrare in carcere: è Lisa Venturi, la terrorista che gli ha sparato 12 anni prima lasciandogli un proiettile nel cranio, e che per questo doveva scontare 30 anni. Alberto ossessionato dall’incontro vuole stabilire un contatto con lei che non lo ha riconosciuto. Mangia nello stesso snack, le parla, le manda fiori. Lei, che ha solo l'affetto dell'amica Adele, lo scambia per un corteggiatore, finché, alla vigilia del primo week-end in famiglia, lui non la sbugiarda, provocando una violenta reazione della giovane, che rinuncia al permesso rimanendo in carcere e rifiutando un colloquio con lui. Alberto ripensa agli anni di piombo e legge con amarezza i deliranti scritti di ex terroristi. Quando decide di andarsi ad operare alla testa a Monaco viene a sapere che Lisa è tornata a lavorare; la cerca, invano, alla fabbrica. Ma è lei che va a trovarlo a casa. I due tentano di spiegarsi: lei gli racconta di come sia entrata a far parte del gruppo eversivo. Nella foga della conversazione Lisa dimentica di avvisare la polizia e per questo ritardo il giudice Di Biagio le fa perdere la libertà vigilata. Alberto è ormai sul treno per Monaco: inizia a scrivere una lettera alla sua feritrice, ma appallottola il foglio e lo getta dal finestrino.

Valutazione Pastorale

"Ucciderne uno per educarne cento": è uno degli slogan deliranti delle bande armate dei terroristi italiani e, come Alberto, anche gli spettatori possono domandarsi dove siano finiti i cento "educati". Un uomo con una pallottola in testa che ha rischiato la vita perché una studentessa ha incontrato ad un corteo, dove era morto negli scontri uno studente, un amico che le ha consegnato una pistola che scottava. E da questo contatto è nata la spirale che ha portato una giovane come tante, con idee politiche "contro", a seminare la morte. Una giovane incolore, senza eccessive speranze, che ha comunque distrutto la sua vita, così come ha raggelato nei sentimenti, nelle capacità fisiche, nella fiducia in sé stesso e negli altri Alberto, incapace di crearsi un nuovo legame, incapace persino di lasciarsi andare ad una vogata sul Po. L'incontro tra questi due esseri giunti ad una collisione in fondo pretestuosa e casuale (Alberto era solo un economista) si risolve in uno smacco per entrambi. L'uno non potrà mai capire l'altra, anche perché all'altra non resta nulla, svanito il malsano calore che alita su tutti i moti rivoluzionari portatori di violenza e che si risolvono immancabilmente in tragedie votate all'insuccesso, solo capaci di innescare violenza, oppure restaurazioni ancora più subdole delle situazioni che hanno scatenato la ribellione armata. E' la cronaca di un secondo incontro, una seconda volta in cui, ed allora a parlare fu solo una pistola, i protagonisti del dramma potrebbero finalmente spiegarsi, ma non possono capirsi, perché alle domande dell'uno l'altra non potrà mai trovare una risposta convincente. Entrambi feriti, entrambi soli, entrambi umiliati ed offesi.

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