
Interpreti e ruoli
Matthias Schoenaerts (Herder), Michael Nyqvist (Joseph Fliessen), Bruno Ganz (Il giudice), Jurgen Prochnow (Il maggiore Schlegel), Alexander Fehling (Fredrich Feldmann), Max Mauff (Sterz), Martin Wuttke (Il maggiore Kiel), Johannes Krisch (Miller), Franz Rogowski (Waldland), Tobias Moretti (Ferdinand Fürthauer), Karl Markovics (Il maggiore), Joel Basman (L'allievo militare)
Soggetto
Anno 1938. I rapporti tra l’esercito del Terzo Reich, appena arrivato in Austria, e la popolazione locale creano divisioni. Il contadino Franz Jagerstatter resta l’unico abitante del piccolo paese di Sankt Radegund a esprimersi contro l’Anschluss, contrario in quanto di profonda fede cattolica…
Valutazione Pastorale
Si parte da una storia vera: il giovane Franz Jagerstatter, tranquillo e pacifico contadino austriaco, subisce la persecuzione da parte dei nazisti fino a quando nel 1943 non viene ucciso. La sua vicenda resta nel novero dei fatti poco conosciuti fino a quando non arriva nel 2017 il processo di beatificazione. Franz Jagerstatter si è rifiutato di combattere per Hitler, ben consapevole di andare incontro a inevitabile condanna a morte per tradimento. A questa parabola fatta di dolore e di profondo, rassegnato, sacrificio, Malick si è accostato con uno sguardo di rinuncia scavato nella pelle di una accorata, devastante problematicità. Lasciatisi alle spalle i sofferti estetismi di “Song to Song” (2017) e il lirismo bello e un po’ evanescente di “To the Wonder” (2012), Malick riprende contatto con la realtà, ma non con il realismo. “La vita nascosta” cresce a poco a poco dentro il male di un individuo che si assume dentro di sé il Male universale, e lo sconta fino al martirio. Dai tempi di “La rabbia giovane” (primo film di Malick, 1973) la barra del regista si è spostata ma non ha cambiato prospettiva: l’essere umano è sempre al centro della vicenda esistenziale, la guerra ne è un triste motore ma l’amore più aiutare a guardare più in alto. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in altre circostanze per affrontare temi importanti quali guerra, storia, religione, oltre cha avviare una riflessione sul regista Malik, autore certo di forte originalità nel panorama del cinema contemporaneo.