L’ALBERO DI ANTONIA

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Donna
Genere
Drammatico
Regia
Marleen Gorris
Durata
93'
Anno di uscita
1996
Nazionalità
Olanda
Titolo Originale
ANTONIA
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Marleen Gorris
Musiche
Ilona Sekasz
Montaggio
Michiel Reichwein, Wim Louwrier

Sogg. e Scenegg.: Marleen Gorris - Fotogr.: (panoramica/a colori) Willy Stassen - Mus.: Ilona Sekasz -Montagg.: Michiel Reichwein, Wim Louwrier - Dur.: 93' - Produz.: Hans De Weers VIETATO AI MINORI DEGLI ANNI QUATTORDICI

Interpreti e ruoli

Willeke Van Ammelrooy (Antonia), Els Dottermans (Danielle), Veerle Van Overloop (Thérèse), Thyrza Ravesteijn (Sarah), Jan Decleir (Boer Bas), Jan Steen (Willem lo scemo), Mil Seghers (Dito Storto), Marina De Graaf (Deedee), Michael Pas, Dora Van Der Groen, Catherine Ten Brug-gencate, Wimie Wilhelm

Soggetto

Antonia, un'energica popolana olandese, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, rimasta vedova, fa ritorno con la figlia Danielle al villaggio cattolico natìo e si stabilisce nella vecchia casa, lasciatale dalla madre, alla cui morte aveva appena potuto assistere. Antonia, con l'aiuto del-la figlia e del fattore Willem lo scemo, inizia risoluta a coltivare il terreno ereditato, osservando scettica e beffarda la vita della rustica comunità: messe; prediche; funerali; la defezione dell'aiutante del parroco; gli abusi sessuali del parroco stesso con la complicità del confessionale; lo stupro subito da Deedee, una donna ritardata; convivenze a piacimento; prostituzio-ne; violenze sanguinose; ululati alla luna di "Madonna Pazza", disperata per il rifiuto del prete protestante di cui è innamorata; la vita anomala dell'insa-ziabile Letta, presa dalla frenesia di far figli a volontà; la profferta di matri-monio di Boer Bas, un contadino vedovo padre di otto figli, col quale instau-ra una disinvolta convivenza; l'amicizia con Dito Storto, un intellettuale pes-simista e misantropo, che muore suicida, impiccato a una trave del suo allog-giotana, dopo aver istruito e "formato" l'intera generazione del fruttifero "albero di Antonia" da Danielle che ha generato Thérèse (la bambina prodi-gio che estrae istantaneamente la radice quadrata da cifre astronomiche) a Thérèse che ha generato Sarah, ritratto vivente della bisnonna, alla cui morte assiste imperturbabile, conscia che l'unico modo di affrontare la vita è viver-la appieno fino in fondo.

Valutazione Pastorale

Questo film, diretto da una donna, è traboccante di livore e acredine femminista fino a rasentare il blasfemo. Non che manchi di guizzi geniali e di momenti di comicità ora irresistibile, ora greve (spasso-sa, per citarne uno, la processione del vedovo Bas aspirante-marito seguito, in fila indiana, dagli otto figli, dei quali Antonia "non ha bisogno", e diver-tente l'accostamento della tozza e bruttina Deedee che va a nozze con lo spi-lungone e magrissimo Willem lo scemo); valida la rappresentazione della saga cinquantenaria del villaggio rurale, apparentemente sonnolento nel tra-scorrere monotono delle stagioni, ma funestato da tragedie segrete e ignomi-nie d'ogni genere.

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