Orig.: Italia (2007) - Sogg.: tratto dal racconto "Il segreto di Ortelia" di Andrea Vitali - Scenegg.: Elena Calogero, Alberto Rondalli - Mus.: Alessandro Sironi - Montagg.: Giulia Ciniselli, Alberto Rondalli - Dur.: 105' - Produz.: Sire Produzioni.
Interpreti e ruoli
Ruggero Cara (dott. Durini), Cinzia Bregonzi (Ortelia Selva), Mario Opinato (Amleto Selva), Francesca Mainetti (Cirene), Maurizio Tabani (prevosto), Daniela Tusa (sig.ra Durini), Marina Remi (Betta), Enrico Maroni (Bereni padre), Leonardo Castellani (sig. Codega), Maria Maddalena Trani (sig.ra Codega), Guido Andreoni (Decorati), Alessandra De Santis . (maitresse)
Soggetto
Anno 1939. In flash bach il dott. Durini, medico di un paesino sul lago di Como, rievoca gli ultimi anni di vita di Amleto Selva. Meridionale, stabilitosi da quelle parti dopo la fine della guerra del '18, sposatosi con la figlia del macellaio messa incinta e pronto a rilevare il negozio, uomo afflitto da troppa vitalità sessuale e quindi pronto a seguire in una vicina casa chiusa un gruppo di amiconi locali, tra cui appunto il dottore. Qui, una sera, Selva resta vittima di un colpo che lo riduce sulla sedia a rotelle. Si tratta ancora una volta di andare incontro alla sua particolare 'esuberanza'. Infine Sanza muore, dopo che la figlia aveva dovuto provvedere, assoldando una professionista. Con la sua morte, finisce un'epoca. Altri gravi avvenimenti incombono.
Valutazione Pastorale
Senza conoscere direttamente il testo letterario all'origine, (e quindi senza possibilità di confronti su fedeltà o meno alla pagina scritta), va detto che il copione si propone come il ritratto, ispido e ruvido, di un epoca di passaggio, nella sua fase conclusiva. Bisogna intendersi sul fatto che la realizzazione é imperfetta, un po' tirata via e cede alquanto alle possibilità pruriginose offerte dall'espediente della vitalità del Selva. Va aggiunto però che tutta la vicenda é collocata in un clima chiuso, e che soprattutto le atmosfere restituiscono la cronaca di un'Italia piccola, stretta nei suoi confini provinciali e percorsa da climi crepuscolari e decadenti. C'è tristezza, c'è amarezza in quelle frequentazioni al bordello, ci sono risate sforzate, c'è divertimento pieno di dubbi, c'è la malattia. C'è la sensazione di doversi afferrare a qualcosa di vivo, prima di precipitare nel tunnel della morte. La dichiarazione di guerra del giugno 1940 chiude il racconto, e non solo. Poca esaltazione di quello che si vede e si fa, dunque, ma velo di pietà su quell'essere "liberi, forti, virili" che sembrava dover durare a lungo e invece stava per tramontare per sempre. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile, e segnato da scabrosità.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza di minori. Da recuperare più opportunamente in occasioni mirate, per riflettere sulle suggestioni che offre, sopra indicate. Attenzione è anche da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.