LE DONNE VERE HANNO LE CURVE

Valutazione
Accettabile-riserve, semplice
Tematica
Donna, Famiglia - genitori figli, Rapporto tra culture
Genere
Commedia
Regia
Patricia Cardoso
Durata
90'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Real women have curves
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
George LaVoo, Josephina Lopez tratto da un testo teatrale di Josephina Lopez
Musiche
Heitor Pererira
Montaggio
Sloane Klevin

Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg.: tratto da un testo teatrale di Josephina Lopez - Scenegg.: George LaVoo, Josephina Lopez - Fotogr.(Normale/a colori): Jim Delaney - Mus.: Heitor Pererira - Montagg.: Sloane Klevin - Dur.: 90' - Produz.: LaVoo.

Interpreti e ruoli

America Ferrera (Ana), Ingrid Oliu (Estela), Lupe Ontiveros (Carmen), George Lopez

Soggetto

Dalla cittadina californiana dove vive la giovane Ana vorrebbe andare a completare gli studi a Los Angeles. I genitori però (messicani integrati ma molto legati alla tradizione d'origine) sono contrari. Ana così si mette a lavorare nella piccola azienda di famiglia, una sartoria che serve negozi della zona. A mandare avanti l'attività c'é la sorella più grande Estela, e inoltre é presente anche la mamma Carmen, che non manca di far sentire la propria voce. Mamma e figlie hanno in comune forme fisiche piuttosto rotonde: una situazione che affrontano ora con dispiacere ora con umorismo. Mentre comincia ad uscire con il coetaneo Jimmy, Ana litiga con la madre, poi le chiede scusa. Quando in conti della sartoria segnano il rosso e la richiesta di una proroga dei pagamenti é stata rifiutata, il padre interviene con un prestito. Di lì a poco arriva la notizia che Ana è stata ammessa alla Columbia University con una borsa di studio. A questo punto la ragazza, consumato un rapporto con Jimmy, ottiene l'assenso del padre e decide di andare a New York. Quando arriva il giorno della partenza, Ana vorrebbe salutare la madre ma Carmen rimane chiusa nella propria stanza.

Valutazione Pastorale

Esiste, come si sa, in California una ampia comunità messicana ben integrata nelal vita quotidiana dello Stato ma al tempo stesso desiderosa di non rinunciare alle proprie carattristiche originarie. Così la storia, mettendo al centro le vicissitudini di un famiglia-tipo di questa situazione, cerca di osservarla partendo dall'insolita angolazione della struttura fisica degli elementi femminili: al posto delle stereotipate bellezze californiane, ecco ragazze e donne di taglia forte ma non per queste inferiori alle altre o rassegnate a mettersi in un angolo. La novità narrativa si ferma però quasi subito (dopo il gesto liberatorio e molto ironico dello 'spogliarsi' da parte delle cosiddette 'grassone') per lasciare spazio ad un raccontino già visto tante volte (le difficoltà del momento di passaggio dal liceo al college...) e scandito da prevedibili passaggi: liti e incomprensioni in famiglia, difficoltà sul lavoro, gelosie tra madre e figlie, il padre quasi estraneo. Non mancano accenni, misurati, alla religiosità messicana, tra pietà popolare e folklore. Il quadro nell'insieme è azzeccato, divertito e scorrevole, inficiato solo qua e là da una troppo facile concessione a stili di vita americanizzati che sanno di artificioso (vedi il comportamento di Ana con Jimmy). Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, con riserve e complessivamente semplice. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato come ritratto di un rapporto tra culture differenti. Qualche attenzione per i minori in occasione di passaggi televisivi.

Le altre valutazioni

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