LE NOZZE DI LAURA

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Donna, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Lavoro, Metafore del nostro tempo, Rapporto tra culture, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Pupi Avati
Durata
90'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
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Musiche
Rocco De Rosa
Montaggio
Ivan Zuccon

Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Pupi Avati, Tommaso Avati con la consulenza di Charlie Owens, Francesco Pezzulli - Fotogr.(Panoramica/a colori): Blasco Giurato - Mus.: Rocco De Rosa - Montagg.: Ivan Zuccon - Dur.: 90' - Produz.: Rai Fiction realizzata da Antonio Avati per Duea Film - Un film tv trasmesso da RAI Uno la sera del 7 dicembre 2015.

Interpreti e ruoli

Marta Iagatti (Laura), Valentino Agunu (Karimu), Alessandro Sperduti . ("lui"), Nicola Rignanese (Domenico Riviello), Rita Abela (Anna), Neri Marcorè (Hermes), Lina Sastri (Maria)

Soggetto

All'inizio della storia, facciamo conoscenza con Laura, cresciuta in una famiglia benestante proprietaria di un grande agrumeto a Rocca Imperiale in Calabria. Trasferitasi a Roma, il suo sogno di una nuova vita si infrange quando si accorge di essere incinta dopo l'incontro casuale con un uomo che poi svanisce nel nulla. Piena di paure, Laura torna a casa e decide di tenere nascosta la gravidanza. Fino a quando incontra Karimu, un giovane originario del Ciad che lavora alla raccolta delle arance, e tra loro scatta un forte innamoramento. Comincia da qui la strada che porterà i due ragazzi al matrimonio attraverso ostacoli, incomprensioni, equivoci...

Valutazione Pastorale

Il riferimento narrativo è modellato sul miracolo delle nozze di Cana del Vangelo di Giovanni in chiave moderna. "Ho sempre immaginato - chiarisce Avati- le nozze di Cana come un banchetto notturno all'aperto, nella meraviglia delle luci degli uomini…Così l'impossibile irrompe nella quotidianità". Nel percorso finale che conduce al superamento delle difficoltà e apre la porta della riconciliazione, Avati ritrova quella felicità espressiva, risultato di un intenso incontro tra realismo e metafora. Il regista alza il livello dello sguardo, ci accompagna a fianco dei protagonisti e ci chiede di essere partecipi di quelle nozze dove si celebra la festa del perdono e della comprensione. Altri affronteranno sotto differenti profili i temi della coppia 'mista', del rapporto padre-figlia, del futuro da ridisegnare. Avati da parte sua racconta con misura, semplicità e emozione la storia di un mondo che è accanto a noi e dove ognuno si presenta e chiede di essere considerato come una persona nella sua unicità, nella ricchezza che può offrire alla vita grazie a l'amore che è in grado di vincere ogni ostacolo. "Riprendere il messaggio -conclude Pupi Avati- è importante anche per chi non è credente. Avverto la necessità che solo un dio ci può salvare. Sento il bisogno di sentirmi amato, di sentirmi dire, come disse Giovanni Paolo, di non avere paura". Dal punto di vista pastorale, questa produzione è da valutare come consigliabile, certamente problematica e adatta per dibattiti.

Utilizzazione

Si tratta di una produzione incentrata su molti argomenti di stretta attualità e sulla capacità di far confluire il crudo realismo dei fatti nelle suggestioni dello spirituale e della trascendenza. Offrendosi in tal modo come prodotto in grado di essere utilizzato in molte occasioni, anche per incontri, dibattiti, scambio di riflessioni e esperienze all'interno delle varie realtà parrocchiali sul territorio.

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