L’ENFANT – UNA STORIA D’AMORE

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Adolescenza, Famiglia, Giovani, Povertà-Emarginazione
Genere
Drammatico
Regia
Jean Pierre e Luc Dardenne
Durata
95'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Belgio, Francia
Titolo Originale
L'enfant
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Marie Helene Dozo

Orig.: Belgio/Francia (2004) - Sogg. e scenegg.: Jean Pierre e Luc Dardenne - Fotogr.(Panoramica/a colori): Alain Marcoen - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Marie Helene Dozo - Dur.: 95' - Produz.: Archipel 35, Les Films du Fleuve, RTBF, Arte France Cinema.

Interpreti e ruoli

Jeremie Renier (Bruno), Deborah Francois (Sonia), Jeremie Segard (Steve), Olivier Gourmet (poliziotto in borghese), Mireille Bailly (madre di Bruno), Fabrizio Rongione (giovane malvivente)

Soggetto

Bruno e Sonia, ancora molto giovani, hanno un figlio neonato, Jimmy, e una vita molto precaria. Lui rifiuta di lavorare e vive di espedienti e piccoli furti. Un giorno, di fronte alla prospettiva di una buona somma, accetta di vendere ilpiccolo. La disperata reazione di Sonia lo induce ad andare a riprenderlo, riportando i soldi. Ma ai malviventi questo non basta: vogliono anche la differenza relativa al mancato guadagno. Messo alle strette, rifiutato anche da Sonia nel frattempo ricoveratasi in ospedale, Bruno cerca di portare a termine un nuovo colpo con la complicità di un ragazzino sul motorino. Le cose però vanno male. Il ragazzino viene arrestato. Stavolta Bruno va dalla polizia e confessa la propria colpa. Condannato e rinchiuso in carcere, riceve la visita di Sonia con il bambino. Bruno piange e le chiede scusa.

Valutazione Pastorale

La radiografia di una emarginazione giovanile contemporanea è condotta dai fratelli Dardenne con la sobrietà e l'essenzialità che caratterizzano la loro opera. Vicini all'asciuttezza dell'ultimo Bresson, i fratelli belgi collocano la storia di Bruno e Sonia in un contesto urbano di 'distrazione' e di 'indifferenza', nel quale non sono ribelli né contestatori ma 'solamente' solitari, o forse inadatti. Lui, soprattutto, si apparenta a quelle figure dei 'balordi' né buoni né cattivi ma solamente incapaci di trovare una collocazione senza prima fare a pugni con tutto il mondo. Non quindi una storia di denuncia ma di compassione verso i meno fortunati, di apertura e di comprensione. L'amore dei due ragazzi, e il bambino che é tra loro, é tanto sfortunato quanto alla fine capace di riavvicinarli e di farli ricominciare da capo. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in molte occasioni come avvio alla riflessione sui temi (giovani, disadattamento, famiglia...) che lo attraversano.

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