Orig.: Stati Uniti (2004) - Sogg.: Bill Ray tratto da un articolo di Buzz Bissinger - Scenegg.: Bill Ray - Fotogr.(Scope/a colori): Mandy Walker - Mus.: Mychael Danna - Montagg.: Jeffrey Ford - Dur.: 95' - Produz.: Craig Baumgarten, Adam Merims, Tove Christensen, Gaye Hirsch.
Interpreti e ruoli
Hayden Christensen (Stephen Glass), Peter Sarsgaard (Chuck Lane), Chloe Sevigny (Caitlin Avey), Melanie Lynskey (Amy Brand), Steve Zahn (Adam Penenberg), Hank Azaria (Michael Kelly), Rosario Dawson (Andie Fox), Luke Kirby (Rob Gruen), Jamie Elman (Aaron Bluth), Mark Blum (Lewis Estridge)
Soggetto
Nel 1998 Stephen Glass, giovane giornalista, é nella redazione del New Republic, tra le più importanti testate politico-economiche americane. In quell'anno scrive un articolo sugli hacker che, dopo la pubblicazione, suscita più di una perplessità. In breve tempo nel testo viene rilevata una lunga serie di errori. L'8 maggio 1998 Glass viene smascherato. Chuck Lane, il direttore, ottiene da Glass la confessione di non essere mai andato al convegno degli hacker all'origine dell'articolo. Glass viene licenziato. Sul giornale dell'11 maggio 1998 appaiono le sue scuse ai lettori.
Valutazione Pastorale
I fatti, come si sa, sono autentici e su quelli Stephen Glass ha in seguito scritto un libro per dare la propria testimonianza sulla vicenda. Il film parte concentrandosi sul protagonista, di cui cerca di capire le motivazioni, in qualche momento tuttavia accostando l'ipotesi che possa essersi trattato di un mitomane, quasi di un caso clinico. Una suggestione che non sta in piedi perché dalla metà in poi emerge il vero tema centrale, ben più pressante e urgente: quello dell'onestà intellettuale del giornalista. Il contrasto tra Glass e il suo direttore é allora emblematico di quel rapporto di fiducia che deve esserci tra direttore e redazione, una unità di intenti necessaria a dare al lettore la certezza della credibilità. Così il racconto si interroga (e ci interroga) sulla urgenza di recuperare la valenza deontologica del lavoro giornalistico, di evitare squilibri tra reale e immaginario per restare il più possibile vicini alla verità. Misurato ma denso di stimoli, ben servito da attori poco noti, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile nell'insieme senz'altro problematico. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in occasioni di riflessioni sul ruolo dei media oggi, e sul rapporto tra giornalismo e cinema.