Orig.: Gran Bretagna/Stati Uniti (2010) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Ken Bruen - Scenegg.: William Monahan - Fotogr.(Panoramica/a colori): Chris Memges - Mus.: Sergio Pizzorno - Montagg.: Dody Dorn, Robb Sullivan - Dur.: 104' - Produz.: Quentin Curtis, Tim Headington, Graham King, William Monahan.
Interpreti e ruoli
Colin Farrell (Mitchell), Keira Knightley . (Charlotte), David Thewlis (Jordan), Anna Friel (Briony), Ben Chaplin (Billy), Ray Winstone (Gant), Eddie Marsan (Bailey), Sanjeev Bhaskar (dr. Sanji Raju), Stephen Graham (Danny), Ophelia Lovibond (Penny), Matt King (Fletcher), Velibor Topic (Storbor), Elly Fairman . (moglie di Gant)
Soggetto
A Londra, uscito dopo alcuni anni dal carcere, Mitchell accetta di lavorare come bodyguard di Charlotte, attrice perseguitata dai fotografi. L'uomo si propone di non ricadere nella malavita ma l'obiettivo è impossibile. Ben presto viene risucchiato dal crimine, fino all'incontro con il boss Gant. Mitchell uccide Gant ma, quando vorrebbe lasciare l'Inghilterra insieme a Charlotte, un ragazzo lo avvicina di sorpresa e lo colpisce mortalmente con il coltello.
Valutazione Pastorale
All'origine c'è il romanzo omonimo di Ken Bruen, scrittore molto esperto nel 'genere'. Forse la pagina scritta riesce ad essere più compatta, in quella costruzione della tensione che nella pellicola invece va lentamente diminuendo fino al totale esaurimento. Sembrava esserci un buono spunto iniziale (una doppia prigione: quella di Mitchell che vorrebbe non rientrare, quella di Charlotte che vorrebbe uscire dall'assedio), ma tutto viene vanificato dalla progressiva mancanza di una vera dialettica drammaturgica. Il neoregista fallisce l'intenzione di ricreare le atmosfere anni '70, non riesce a ritmare il crescere del crimine all'interno della vicenda, dimentica la costruzione psicologica dei personaggi e lascia spazio solo ad una violenza totalizzante e fine a stessa, che resta inerte in assenza di una catarsi. Prevale un tono velleitario, snobistico e stereotipato, che denuncia troppa voglia di imitare (male) lo Scorsese dei primi anni. Operazione mal riuscita, e film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile, rispetto alle intenzioni, e tuttavia violento in modo artificioso.
Utilizzazione
Il film potrebbe essere utilizzato in programmazione ordinaria, anche se i molti difetti sopra elencati invitano a soprassedere senza alcunchè togliere allo spettatore. Molta attenzione è comunque da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.