L’ULTIMA LUNA (AVVENTURA DI CATHERINE C.)

Valutazione
Inaccettabile, Malsano
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Pierre Beuchot
Durata
95'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
LES AVENTURES DE CATHERINE C.
Distribuzione
Titanus Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Catherine Breillant, Jean tratto dal romanzo "Ecate" di Pierre Jean Jouve
Musiche
Michel Portal
Montaggio
Françoise Collin

Sogg.: tratto dal romanzo "Ecate" di Pierre Jean Jouve - Scenegg.: Catherine Breillant, Jean-Pierre Kremer, Pierre Beuchot - Fotogr.: (panoramica/a colori) Willy Kurant - Mus.: Michel Portal - Montagg.: Françoise Collin - Dur.: 95' - Co-Produz.: Baccara Productions, Palmyre Productions, Paris - Roaring Productions, Roma

Interpreti e ruoli

Fanny Ardant (Catherine), Hanna Schygulla (Fanny), Robin Renucci (Pierre), Andre Wilms, Michael Greiling, Marianne Denicourt, Marilu Marini

Soggetto

artista di cinema e donna di temperamento più che ardente, Catherine racconta ad uno sconosciuto silenzioso alcune amare vicende della propria vita. Offertasi un giorno ad un certo Pierre visto dalla finestra, i loro rapporti finirono per la gelosia di lei. Partita per Vienna dovendo interpretare un ruolo in un film, venne accolta nella splendida villa del direttore di un giornale (Otto) su invito della moglie (Fanny) una intensa creatura bisessuale dal passato non facile e movimentato (l'amante del primo marito era tragicamente morta), che adora il figlio Guido (non rampollo di Otto, ma di Guido, un amico di costui, per il quale lei era stata presa da forte passione, fino al suicidio del medesimo) e che finisce con l'affascinare Catherine stessa. Fra le chiacchiere e le rivelazioni sul passato e gli amori diversi di Fanny, il tempo passò presto, finché un giorno la bella donna disse a Catherine di avere un amante meraviglioso e, dandole la chiave dell'appartamentino degli incontri segreti e appassionati, le fece capire chiaramente che un rendez-vous a tre sarebbe stato piacevolissimo. Catherine rifiutò, non sapendo che l'amante era proprio Piene, il quale giurò e spergiurò di aver amato e amare solo Catherine, cui propose comunque di non vedersi mai più. In seguito al suicidio di Pierre (e lei lo seppe occasionalmente assai più tardi), Fanny, delusa perché l'altra l'aveva respinta, si era rifugiata in un piccolo centro bavarese. Catherine, malgrado una forte resistenza, era riuscita ad avere le ultime lettere dell'amante morto: Fanny ormai la odiava ma, durante una passeggiata nei boschi, volse un'arma contro se stessa e si uccise. Lo sconosciuto ascoltatore di Catherine ha appreso le desolanti esperienze fatte dalla donna che, sempre preda del desiderio, cerca ora invano di calmarlo con uomini (e donne) per torbidi incontri, senza mai trovare un amore vero e totale.

Valutazione Pastorale

tradurre in immagini convincenti il romanzo "Ecate" (1982) di Pierre Jean Jouve ha dato risultati scadenti. Ne è scaturita, infatti, un'opera che immette e conduce in cunicoli tortuosi ed è del tutto artificiosa, decadente e vecchia. "L'ultima luna" pecca di una staticità pesante e di una verbosità nei dialoghi considerati gli explois oratori soprattutto della ambigua Fanny, che descrive non solo i suoi trascorsi, ma si slancia anche in disquisizioni mistiche (queste per fortuna rapide, ma del tutto fasulle). Contribuisce al clima desolante della vicenda il notevole numero fra passato e attualità di suicidi che costella il film, ivi compresi quelli a carico del "triangolo" con la morte di Pierre (intellettuale, vaniloquente e insicuro) e di Fanny (viziosa, insidiosa e dall'aria, chissà perché, vagamente jettatoria). In quest'aura di errori e di desideri, in definitiva turpe e funeraria, si aggirano Hanna Schigulla (Fanny) e Catherine (Fanny Ardant), insieme a Pierre: eleganti, in azione fra mobili, tappeti e gingilli raffinati, ma personaggi invischiati nella pania di un testo spesso poco chiaro, gonfio di accuse, illusioni, delusioni e frasette tutte costruite.

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