L’ULTIMO SOGNO

Valutazione
Accettabile, semplicistico
Tematica
Adolescenza, Famiglia - genitori figli, Malattia
Genere
Drammatico
Regia
Irwin Winkler
Durata
124'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Life as a house
Distribuzione
O1 Distribution
Musiche
Mark Isham
Montaggio
Julie Monroe

Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Mark Andrus - Fotogr.(Scope/a colori): Vilmos Szigmond - Mus.: Mark Isham - Montagg.: Julie Monroe - Dur.: 124' - Produz.: Irwin Winkler, Rob Cowan.

Interpreti e ruoli

Kevin Kline (George Monroe), Kristin Scott-Thomas (Robin Kimball), Hayden Christensen (Sam), Mary Steenburgen (Coleen Beck), Jena Malone (Alyssa Beck), Jamey Sheridan (Peter Kimball), Sam Robards (David Dokos), Scott Bakula (Kurt Walker), Mike Weinberg (Adam), Scotty Leavenworth . (Ryan)

Soggetto

Dopo il divorzio da Robin, l'architetto George è rimasto a vivere nella sua casa sulla scogliera, che negli anni é degenerata fino a diventare una baracca. Un giorno l'uomo viene licenziato (non vuole imparare ad usare il computer) e scopre che un tumore gli lascia solo pochi mesi di vita. Decide di abbattere la sua vecchia casa per costruire quella dei suoi sogni, e vuole al fianco il figlio Sam per tentare di recuperare il suo affetto. Sam è un ragazzo difficile, fa uso di droghe e sembra non amare nessuno, né i genitori né il ricco patrigno freddo e concentrato solo sul lavoro, né tantomeno se stesso. George é tenace, non ha più nulla da perdere e arriva a toccare il cuore del figlio parlandogli molto sinceramente. Anche lui ha avuto un'adolescenza difficile, con un padre che picchiava la madre e che ne aveva provocato la morte in un incidente stradale, nel quale era rimasta coinvolta anche un'altra auto, facendo finire una bambina su una sedia a rotelle. George conquista la fiducia del figlio, ottiene nuovamente l'amore di Robin e l'affetto di molti vicini. Proprio uno di questi, Coleen, con la bizzarra figlia invaghitasi di Sam, ingaggia un gruppo di operai per portare a termine la casa quando ormai George comincia a dare i primi segni di cedimento e tutti scoprono la verità fino a quel momento nascosta. All'ospedale George muore fra le braccia di Robin, che torna da un marito anch'esso cambiato in meglio da tutta la vicenda. La casa è terminata ed é splendida ma Sam, che secondo il testamento di George è il nuovo proprietario, sa di non poterla tenere. La regala alla ragazza che anni prima il nonno aveva costretto sulla sedia a rotelle e torna a vivere con la madre.

Valutazione Pastorale

La storia è quella di un uomo che, scoprendosi malato terminale, mette in discussione se stesso e il modo in cui ha gestito i propri affetti, demolisce la catapecchia che il padre violento gli aveva intestato e al suo posto decide di costruire una magnifica dimora per lasciare al figlio qualcosa di cui va fiero, e così facendo cambia in meglio la vita un po' a tutti. Nelle intenzioni è un film-metafora (il titolo originale é programmatico) che tenta di toccare le difficili corde del dolore e dell'ironia insieme (esemplari le battute davvero azzeccate dei bambini di Robin). Quello che regista e sceneggiatore non hanno capito è che la somma di numerose albe e tramonti non dà per forza come risultato un'atmosfera poetica, e una sequela inverosimile di casi sfortunati non porta affatto alla commozione, bensì al ridicolo involontario nei momenti di maggior dramma. La musica onnipresente, che commenta pedissequamente sguardi e frasi retoriche, annulla ogni climax e sminuisce l'effetto delle sequenze più riuscite. Ne risulta un film melenso quanto a buoni sentimenti, e patetico quando vuol fare riflettere sul dolore. Sebbene trattati con troppa leggerezza, i temi restano importanti: il rapporto tra figli difficili e, per una volta, genitori difficili; l'interrogarsi su cosa lasciamo in questo mondo; il tentativo di riparare agli errori commessi. Pochi hanno la capacità di valorizzare tanti buoni sentimenti e rendere credibili tanti finali lieti, e il regista non è tra questi, Dal punto di vista pastorale, il film é accettabile per la positività del messaggio e l'invito a prendere in mano la propria vita per migliorare anche quella di coloro che ci vogliono bene, ma risulta anche semplicistico per il modo a tratti sbrigativo con cui questi temi vengono rappresentati. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con l'avvertenza che la commozione è spesso inibita da un eccesso di patetismo.

Le altre valutazioni

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