L’UOMO DI TALBOT

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti
Tematica
Malattia, Morte
Genere
Drammatico
Regia
Arto Paragamian
Durata
93'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Canada
Titolo Originale
Two thousand and None
Distribuzione
Fandango
Musiche
Milan Kymlicka
Montaggio
Alain Baril

Orig.: Canada (2000) - Sogg. e scenegg.: Ato Paragamian - Fotogr.(Panoramica/a colori): Norayr Kasher - Mus.: Milan Kymlicka - Montagg.: Alain Baril - Dur.: 93' - Produz.: Arnie Gelbart.

Interpreti e ruoli

John Turturro (Benjamin Kasparian), Oleg Kisseliov (Jeremiah), Katharine Borowitz (Amanda), Carl Alacchi (padre di Benjamin), Pascal Devigne (madre di Benjamin), Julian Richings (direttore del museo), Vanya Rose . (Daphne)

Soggetto

Il professor Casparian, di origine armena e famoso studioso di paleontologia, scopre di avere una malattia incurabile (il morbo di Talbot, appunto) che concederà solo cinque settimane di vita. La notizia, che comunica riservatamente alla moglie da cui ha appena divorziato, scatena nella donna e negli amici un intreccio di preoccupazioni e di sentimenti che ottengono l'effetto contrario: per Casparian diventa difficile trascorrere gli ultimi giorni con il consueto umorismo e con la serenità che lui vorrebbe mantenere. Mentre dunque gli altri vivono in uno stato di agitazione, il professore fa i conti con i fantasmi del proprio passato, meditando sulla morte e sulla vita, ripensando ai genitori e ai luoghi natii. La morte arriva dolce e improvvisa, su un prato, subito dopo che Casparian e l'ex moglie sono riusciti a riconquistare un rapporto sincero.

Valutazione Pastorale

Il film mescola da un lato riflessioni filosofiche ed esistenziali, dall'altro suggestioni visionarie spesso trattate con sottile umorismo. Gli argomenti quindi sono seri, ma è merito del regista, di origine armeno-canadese (come Atom Egoyan), riuscire a proporli con ritmi scorrevoli e mai pesanti. Dal punto di vista pastorale, va rilevato che manca nel racconto una attenzione più ampia al destino dell'uomo dopo la morte. Non ci sono accenni alla trascendenza, e tutto sembra finire in quel preciso momento. Il film si sottrare ad una chiara presa di posizione. Sembra corretto valutarlo come discutibile, sottolineandone il taglio problematico da affrontare in dibattiti. UTILIZZAZIONE: anche grazie alla calibrata e azzeccata interpretazione di John Turturro nel ruolo del professore, il film si segnala per proiezioni mirate, come produzione insolita e per più versi stimolante.

Le altre valutazioni

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