Magari

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli
Genere
Drammatico
Regia
Ginevra Elkann
Durata
99'
Anno di uscita
2020
Nazionalità
Italia/Francia
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Chiara Barzini, Ginevra Elkann
Fotografia
Vladan Radovic
Musiche
Riccardo Sinigallia
Montaggio
Desideria Rayner

Interpreti e ruoli

Riccardo Scamarcio (Carlo), Alba Rohrwacher (Benedetta), Milo Roussel (Sebastiano), Ettore Giustiniani (Jean), Oro De Commarque (Alma), Celine Sallette (Charlotte), Brett Gelman (Bruce), Benjamin Baroche (Pavel)

Soggetto

Siamo negli anni Ottanta. I fratelli Seb, Jeane e Alma vivono a Parigi con la madre Charlotte, divenuta una fervente cristiana ortodossa dopo l’incontro con l’attuale marito. Il padre Carlo, italiano, è un inconcludente regista squattrinato e donnaiolo. Prima di trasferirsi in Canada, i tre ragazzi trascorrono le ultime due settimane dell’anno con il padre e la sua compagna, Benedetta, in una casa al mare fuori Roma.

Valutazione Pastorale

Ginevra Elkann, nipote di Gianni Agnelli e affermata produttrice cinematografica, al suo esordio come regista firma il dramma familiare “Magari”, opera della quale dichiara subito i molti spunti autobiografici, almeno per quanto riguarda i sentimenti, i pensieri, i desideri dei tre giovani protagonisti Seb, Jeane e Alma. Tre ragazzi con personalità molto diverse, legati da profondo affetto e dal desiderio che i genitori tornino insieme, per essere di nuovo una famiglia. Soprattutto la piccola Alma che, per questo, prega insistentemente e offre piccoli sacrifici. Il rapporto con il padre Carlo (interpretato da Riccardo Scamarcio) è sfilacciato e lui stesso ondeggia continuamente tra il desiderio di rivendicare il proprio ruolo e il tentativo di sottrarsi alle sue responsabilità; i ragazzi gli sono comunque molto affezionati e l’affetto prevale su ogni giudizio o considerazione verso i non pochi limiti dell’uomo. Molto più presente, e pressante, è la madre Charlotte, che pure i ragazzi amano moltissimo. La figura di Benedetta (una lieve e vivace Alba Rohrwacher), sceneggiatrice e compagna del padre, e l’amicizia che vivono con un gruppo di ragazzi del posto rendono questa vacanza assolutamente singolare e fuori dagli schemi. Il racconto, dunque, fotografa le dinamiche di una famiglia dispersa, divisa tra l’Italia e la Francia; la regista mette a fuoco il bisogno di tenerezza dei ragazzi, che non si rassegnano ai nuovi legami dei genitori, alla vita da separati. La narrazione non ricerca però toni drammatici, urlati, bensì mostra il disagio e la solitudine nei piccoli gesti e ambiti del quotidiano. Nel complesso il film è percorso da un’ironia sottile, un filo malinconica (il mare d’inverno…), ma è sempre rispettoso dei sentimenti e delle situazioni, trovando nell’interpretazione dei ragazzi il punto di forza. Particolarmente suggestiva la scena finale, che ferma un momento di vita quotidiana, così semplice, “banale”: un desiderio “realizzato”, ma effimero. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare nella programmazione ordinaria come occasione per approfondire il tema della famiglia, dal rapporto genitori-figli alle dinamiche tra fratelli; una riflessione su quanto questi legami siano capaci di imprimersi, nel bene e nel male, nel bagaglio emozionale che ciascuno porta con sé lungo il cammino della vita.

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