MATRIMONIO A PARIGI

Valutazione
Futile, grossolanità
Tematica
Il comico
Genere
Commedia
Regia
Claudio Risi
Durata
94'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
Roberto Colombo
Montaggio
Mauro Bonanni

Orig.: Italia (2011) - Sogg. e scenegg.: Gianluca Bomprezzi, Edoardo Falcone, Massimo Boldi, Serena Alberi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Gianlorenzo Battaglia - Mus.: Roberto Colombo - Montagg.: Mauro Bonanni - Dur.: 94' - Produz.: Medusa Film, Mari Film.

Interpreti e ruoli

Massimo Boldi (Lorenzo), Anna Maria Barbera (Costanza), Biagio Izzo (Gennaro), Paola Minaccioni (Elvira), Massimo Ceccherini (Leonardo), Enzo Salvi (Annibale), Rocco Siffredi (Francois Leroy), Loredana De Nardis (Anita), Emanuele Bosi (Mirko), Guglielmo Scilla (Diego), Diana Del Bufalo (Natalina), Raffaella Fico (Beatrice), Alessandra Pozzi . (Juliette)

Soggetto

Sul treno per Parigi Lorenzo, imprenditore milanese, e la moglie romana Elvira si incontrano con Gennaro, in borghese ma in realtà ufficiale della Finanza, e la moglie Costanza. Il figlio di Lorenzo, Mirko, e quello di Gennaro, Diego, stanno per diplomarsi all'Istituto d'arte della capitale francese. Per assistere alla cerimonia arriva anche Natalina, l'altra figlia di Gennaro. Un serie di situazioni legate alle truffe fiscali di Lorenzo e alla storia che nasce tra Mirko e Natalina si intrecciano e si dipanano fino a rendere tutti felici e contenti.

Valutazione Pastorale

La commedia degli equivoci ha certamente una lunga tradizione nel cinema italiano, e, allo stesso tempo, arriva ad una vasta gamma di risultati. Qui si gioca allo scoperto sul terreno dell'intreccio ridanciano e sboccato in un clima da farsa volutamente sopra le righe. Se da una parte dispiace seguire questi prototipi italiani che si comportano a Parigi come fossero nel cortile di casa (nel senso di Milano, Firenze, Roma, Napoli, Sicilia: l'unità d'Italia), dall'altra non si capisce come si possa insistere su gag, smorfie, mossette, intercalari ormai usurati, stantii e poco simpatici. Gli attori sarebbero anche bravi ma preferiscono evidentemente restare prigionieri di clichè privi di novità e per niente fantasiosi. Comicità usurata, racconto faticoso, battute non di rado anche pesanti. Poco da salvare in un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile e segnato da grossolanità.

Utilizzazione

Perr quanto detto sopra, nella programmazione ordinaria il film potrebbe anche essere trascurato, vista la sua generale mediocrità.

Le altre valutazioni

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