MISERY NON DEVE MORIRE *

Valutazione
Discutibile, Crudezze
Tematica
Donna
Genere
Thrilling
Regia
Rob Reiner
Durata
104'
Anno di uscita
1991
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
MISERY
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
William Goldman tratto dal romanzo "Misery" di Stephen King
Musiche
Marc Shaiman
Montaggio
Robert Leighton

Sogg.: tratto dal romanzo "Misery" di Stephen King - Scenegg.: William Goldman - Fotogr.: (normale/a colori) Barry Sonnenfeld - Mus.: Marc Shaiman - Montagg.: Robert Leighton - Dur.: 104' - Produz.: Andrew Scheinman, Rob Reiner - Vietato ai minori degli anni quattordici

Interpreti e ruoli

James Caan (Paul Sheldon), Kathy Bates (Anie Wilkies), Frances Sternhagen, Richard Farnsworth, Lauren Bacall

Soggetto

autore di una serie di romanzi di grande successo, Paul Sheldon ha finito l'ultimo dopo essersi ritirato in solitudine in uno chalet di montagna. Forse stanco della sua onnipresente eroina che ha chiamata Misery nel nuovo testo la uccide. Nel tornare a casa a New York, sotto una nevicata in zona montana, Sheldon va fuori strada con l'automobile che si capovolge e, persi i sensi, si ritrova al risveglio in una villetta sconosciuta: è quella di Annie Wilkies, matura e grassa infermiera quarantenne, che vive sola, lo assiste e cura con straordinaria dedizione. L'uomo è gravemente ferito, ha dolori atroci ed è immobilizzato. Lei è lusingata e felice di ospitarlo, poiché da sempre è una sua fanatica ammiratrice, possiede tutti i best-seller di Sheldon e Misery rappresenta per lei la donna ideale. Annie ottiene il privilegio di leggere il dattiloscritto di Paul, ma questo scatena nella donna un rifiuto ed una rivolta incredibile: per lei è impensabile ed impossibile che la "sua" eroina muoia. E pertanto, il romanzo è da rifare. L'uomo, praticamente impedito, si ritrova come sequestrato ed ora capisce che Annie è una schizofrenica, che alterna premure a scenate. Egli cerca invano di telefonare in sua assenza (ma quella ha messo fuori uso l'apparecchio), adocchia in cucina coltellacci, ma deve cominciare a scrivere (Annie ha procurato al vicino paese una vecchia macchina da scrivere e relativa carta) e tuttavia l'ossessione dell'infermiera cresce via via che il romanzo progredisce. Frattanto, lo sceriffo, dati per scomparsi sotto la neve l'automobile ed il suo conducente (la cui famiglia è all'oscuro di tutto), rinvia le indagini al disgelo. Durante un'assenza di Annie, Sheldon scoprendo un album di foto e vecchi ritagli a stampa, apprende che la Wilkies andò sotto processo per la morte di due neonati nella clinica in cui lavorava. Praticamente nelle mani di una pazza assassina che nel frattempo, per tenere completamente in suo possesso Paul, lo droga e con un mazzuolo gli ha brutalmente fracassato le caviglie non resta allo scrittore che assecondare Annie, la quale o censura, o distrugge le pagine in corso, se Misery non vi emerge sotto una luce gradita. Un giorno in cui finalmente lo sceriffo ha dei sospetti su Annie, costei ha il tempo di fare al disgraziato ospite l'ennesima iniezione e di scaraventarlo in cantina. Riuscita ad uccidere lo sceriffo ingaggia con Sheldon una lotta feroce finché soccombe, massacrata dallo scrittore.

Valutazione Pastorale

grassa, sola, infelice e con un oscuro passato alle spalle, la protagonista è una schizofrenica, capace di tenerezze e premure incredibili, come di alterazioni minacciose e gesti crudeli. Suo modello è l'eroina amatissima di una serie di best-seller, di cui lei sa tutto. Sua vittima il creatore di quell'essere fantastico, quello Sheldon che l'infermiera venera e che il caso le ha consentito di strappare alla morte per dissanguamento accudendo e circondando di attenzioni lo scrittore. Il personaggio è perfettamente disegnato nella ossessione maniacale e nelle linee psicologiche dall'attrice Kathy Bates. Di robusta stazza e con gravi precedenti, la grassona casalinga, che ha identificato in Misery una realtà per il suo eterno infantilismo, si impossessa di Paul, lo cura e poi gli fracassa i piedi, onde legarlo a sé per sempre in una comune follia, in cui più che lo spirito materno dovrebbe fiorire anche l'amore. All'uomo, malgrado pensieri omicidi per eliminare quel mostro che continua a crescere vicino a lui come una metastasi con sorrisi da dolce infermiera, non rimane che soddisfare quella povera pazza fino alla vera e tragica conclusione. È un bel thrilier, tratto dal romanzo omonimo di Stephen King, in cui la tensione non cede mai in un clima al limite della claustrofobia e della disperazione. La tragedia si consuma nel silenzio della pace montana, forse eccessivamente tardi rotta e questa è una incongruenza dalle pigre indagini dello sceriffo (Richard Farnsworth). La regia di Reiner è salda e con sottile sapienza obbliga lo spettatore a soffrire insieme allo scrittore dolori e angoscie fino a far morire non più la Misery della fantasia romanzesca, ma la carceriera pazza e innamorata.

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