MYSTERY TRAIN (MARTEDÌ NOTTE A MEMPHIS) *

Valutazione
Discutibile, Scabrosità
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Jim Jarmusch
Durata
113'
Anno di uscita
1989
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
MYSTERY TRAIN
Distribuzione
Academy Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Jim Jarmusch
Musiche
John Lurie
Montaggio
Melody London

Sogg. e Scenegg.: Jim Jarmusch - Fotogr.: (panoramica/a colori) Robby Müllie - Mus.: John Lurie - Montagg.: Melody London - Dur.: 113' - Produz.: An M.T.I. Production

Interpreti e ruoli

Youki Kudoh (Mtzoko), Masato Shi Nagase (Jun), Screamin Jay Hawkinsi (Nicht Clerk), Cinque Lee (Bell Boy), Nicoletta Braschi (Luisa), Elizabeth Bracco (Dee Dee), Joe Strummer (Johnny), Rick Aviles (Will Robinson), Steve Buscemi (Charlie)

Soggetto

tre storie che si svolgono contemporaneamente a Memphis, durante ventiquattr'ore. 1 Lontano da Yokohama Una coppia di giovani giapponesi, completamente americanizzati, giunge a Memphis per visitare i mitici luoghi del Rock e soprattutto quelli legati alla memoria di Elvis Presley, e prende alloggio nello squallido hotel Arcade, dove è portiere il solenne negro Nicht Clerk, aiutato da Bell Boy. Mentre il giovanotto, Jun, è sempre silenzioso e accigliato (anche se si dice contento), la ciarliera Mitzuko parla in continuazione del cantante defunto, il cui ritratto è appeso in capo al letto. Compiuto il pellegrinaggio previsto nella città, che appare vuota e fatiscente, i due, tornati nella loro camera, fanno l'amore, e, all'alba, dopo aver ascoltato alla radio la voce di Elvis, che canta Blue Moon, sentono provenire da una stanza vicina il rumore di un colpo di pistola. Senza preoccuparsene, i due giapponesi ripartono per il Giappone. II Un fantasma Luisa, giovane vedova italiana, in procinto di tornare in patria con la salma del marito, viene avvicinata da uno strano tipo, che sostiene di aver avuto dal fantasma di Presley l'incarico di consegnarle un pettinino, e per questo vuole da lei 20 dollari. Per toglierselo di torno, la donna gli dà il denaro e si rifugia nell'hotel Arcade, dove divide la camera con una ragazza americana sconosciuta e chiacchierona, Dee Dee, anche lei prossima a lasciare Memphis, che le racconta di essersi appena separata dall'amante Johnny (chiamato Elvis, perchè imita la pettinatura del cantante). Durante la notte, appare a Luisa il fantasma di Presley, e lei non può dormire. All'alba, quando stanno per partire, le due ragazze sentono prima la canzone Blue Moon, e poi lo sparo. III Perduti nello spazio – Johnny, l'ex amante di Dee Dee, afflitto per la perdita del lavoro e della donna, prende una pistola con l'intenzione di suicidarsi, ma va prima ad ubriacarsi con gli amici Charlie e Bill, poi mentre rapina un negozio di liquori, ferisce con l'arma il proprietario. I tre ricercati dalla polizia, si rifugiano nell'hotel Arcade, dove trascorrono una notte agitatissima. All'alba, dopo aver ascoltato anch'essi Blue Moon, si azzuffano e Charlie viene accidentalmente ferito da un colpo di pistola al ginocchio. È il colpo che tutti i clienti delle stanze vicine hanno udito. I tre giovani fuggono allora in un camioncino, in cui Charlie è stato caricato alla meglio. Poi, mentre essi vanno verso l'Arkansas, sui vicini binari sfreccia il treno in cui viaggiano Dee Dee e i due giapponesi.

Valutazione Pastorale

il titolo di questo film ripete quello di una famosa canzone di Elvis Presley. Si tratta di un'opera interessante, anche se non completamente riuscita, che ha al suo attivo l'intelligente presentazione di alcuni personaggi e della fatiscente città in cui le vicende si svolgono, e al passivo la lentezza con cui è condotta e una certa freddezza, che la rende poco convincente. Molto notevole è la fotografia, che contribuisce a dare il quadro deprimente di Memphis. Il motivo dominante delle tre storie è infatti la città morta, dominata dal fantasma di Elvis Presley, i cui grandi ritratti si vedono dappertutto, città in cui si esprime chiaramente la condanna di una maniera di vivere misera e degradata, cui fanno da ideale soltanto i miti come quello di Presley e del Rock. I due giapponesi sono il simbolo di una colonizzazione culturale americana, che però si basa sul nulla, sulla effimera gloria dei lustrini, e il 1° episodio è infatti più riuscito degli altri due, perchè rende bene la mancanza di seri valori. Alcune scabrosità e la salacità del dialogo motivano la valutazione.

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