NAHID

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti **
Tematica
Donna, Educazione, Famiglia - genitori figli, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Ida Panahandeh
Durata
104'
Anno di uscita
2016
Nazionalità
Iran
Titolo Originale
Nahid
Distribuzione
Academy Two
Musiche
Majid Pousti
Montaggio
Arsalan Amiri

Orig.: Iran (2015) - Sogg. e scenegg.: Ida Panahandeh, Arsalan Amiri - Fotogr.(Panoramica/a colori): Morteza Gheidi - Mus.: Majid Pousti - Montagg.: Arsalan Amiri - Dur.: 104' - Produz.: Documentary and Experimental Film Center (DEFC) - 68^ FESTIVAL DI CANNES 2015,PRIX DE L'AVENIR (EX AEQUO CON "MASAAN" DI NEEERAJ GHAYWAN) NELLA SEZIONE "UN CERTAIN REGARD".

Interpreti e ruoli

Sareh Bayat (Nahid), Pejman Bazeghi (Masoud), Navid Mohammad Zadeh (Amir Reza), Milad Hassan Pour (Amir Reza), Pouria Rahimi (Naser), Nasrin Babaei . (Leila)

Soggetto

Mamma di un figlio adolescente e divorziata, la giovane Nahid vive in una piccola città di mare nel nord dell'Iran. E' innamorata di Masoud ma non vuole sposarsi. In Iran la regola prevede che il padre si occupi del figlio, e l'ex marito le ha concesso l'affido a patto che non si risposi...

Valutazione Pastorale

Forse era in qualche modo prevedibile che nel procedere verso il rinnovamento della propria identità, il cinema iraniano ricominciasse dal basso, dai sentimenti basilari, dal rapporto di coppia. Naturalmente bisogna dare molto per scontato e acquisito: per cui ecco che la storia d'amore tra Nahid e Masoud con la presenza disturbante di Ahmad, padre del figlio adolescente di lei, procede tra strappi furibondi e liti violente, equivoci e incomprensioni, in una alternanza che sembra riproporre schemi da melò anni '50. Invece è modellato sulla base delle autentiche leggi che oggi regolano in Iran il diritto matrimoniale. Ma i temi che scandiscono l'andamento del film restano vivi e autentici: la condizione della donna, la difficoltà del rapporto educativo col figlio, le difficoltà di rispettare regole e ordinanze dei codici. Il personaggio di Nahid emerge con acutezza e personalità, pedinato e seguito con passione dalla regista Ida Panahandeh, giovane esordiente di 36 anni, capace di disegnare caratteri all'insegna di uno spiccato vigore drammatico. Forse è improprio definirlo 'neorealismo' (il periodo storico è troppo differente) ma certo nell'approccio e nello sguardo dell'autrice passa una intenzione di verità inedita e rinnovata. Vengono colti quei frammenti di psicologie che segnano un impercettibile ma decisivo passaggio nelle maglie della società iraniana poggiata su basi secolari. E dal punto di vista pastorale il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e da affidare a molte riflessioni sull'andamento del racconto e sulle molte notazioni che suggerisce.

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