Orig.: Italia (2015) - Sogg.: Giovanni Gra - Scenegg.: Giovanna Gra e Veronica Pivetti - Fotogr.(Scope/a colori): Antonello Emidi - Mus.: Maurizio Abeni - Montagg.: Federico Conforti - Dur.: 104' - Produz.: Giovanna Gra per Pigra Srl, Carismi.
Interpreti e ruoli
Andrea Amato (Rocco Bordin), Veronica Pivetti (Olga Strada), Corrado Invernizzi (Manuele Bordin), Pia Engleberth (nonna Amanda), Carolina Pavone . (Maria), Francesco De Miranda (Mauri), Riccardo Alemanni (Manetti), Filippo Dini (Corrado), Carlina Torta . (Nada), Sara Sartini (prof. Giancola), Roberta Carocci . (Allegra)
Soggetto
A Roma, oggi. Rocco, sedici anni, genitori separati, ha un buon rapporto con la mamma e la nonna e meno buono con il padre, egocentrico e donnaiolo. Spinto da alcuni episodi accaduti a scuola, capisce che è il momento di rivelare al papà e alla mamma la propria omosessualità. Le reazioni vanno dall'incredulità di lei alla confusione di lui. Rocco e i suoi due amici Maria e Mauri scappano a Milano per partecipare ad un concerto. E questa fuga si rivela una buona occasione per riannodare i rapporti tra genitori e figli.
Valutazione Pastorale
Nel mezzo di una carriera da protagonista televisiva segnata da grandi successi, Veronica Pivetti lancia la sfida di esordire come regista. Per l'opera prima sceglie il tema della omosessualità giovanile. "Mi piaceva - dice- raccontare le dinamiche di una famiglia di oggi sorda all'ascolto di tematiche importanti e piena di incomprensioni". Per accendere di nuovo i riflettori sull'argomento dell'omosessualità nell'età giovanile, Pivetti sceglie il tono della commedia. Scelta forse opportuna perché elimina di colpo tutta un dialettica drammatica spesso fonte di ricatti e retorica, e resta all'interno di quel genere dominante che lascia i margini per divagazioni tra ironia, umorismo, sbeffeggiamenti. Copione dunque libero e scorrevole, talvolta favorito da dialoghi brillanti, talaltra frenato da incongrui scambi di battute. Purtroppo quando il racconto sembra ormai concluso, alcuni superflui sottofinali allungano il già detto: tutto il finale a Milano è stiracchiato e inutile. La giustezza dell'argomento, specie nel rapporto figlio/genitori, si affianca ad un' andamento narrativo non sempre lucido e azzeccato. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, con superficialità e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Nonostante certi passaggi non del tutto riusciti, il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e proposto per avviare riflessioni sui rapporti tra omosessualità, scuola, famiglia. Soprattuto in ottica educational.