Orig.: Australia/Francia (1999) - Sogg. e scenegg.: Pip Karmel - Fotogr.(Panoramica/a colori): Graham Lind - Mus.: Charlie Chan - Montagg.:Denise Haratzis - Dur.: 92' - Produz.: Fabien Liron.
Interpreti e ruoli
Rachel Griffiths (Pamela), David Roberts (Robert), Sandy Winton (Ben), Yael Stone.
Soggetto
Pamela attraversa un momento delicato della propria vita privata e professionale. Molto tesa, un giorno sulla strada viene investita ed é soccorsa da una ragazza che le assomiglia in tutto e per tutto. Quest'altra Pamela è quella che 13 anni prima non ha avuto esitazione nel convolare a nozze con l'amato Robert e nell'avere successivamente con lui tre figli, due maschi e una femmina. Ecco dunque Pamela Drury tutta presa dalle scadenze e dalle incombenze della vita familiare quotidiana. Pamela é contenta, affronta i problemi, scrive articoli a casa per il giornale. Qualche volta litiga con il marito, poi incontra Ben e con lui scambia un bacio. Pensa che Robert la tradisca, ma lui nega e una sera a cena, alla presenza dei figli, le regala un anello come impegno a ricominciare una nuova vita insieme. Pamela va in bagno e qui, allo specchio, ritorna quella vera, che poi torna al tavola. Il figlio piccolo dice: "E' tornata mamma". La Pamela n°1 lascia la famiglia felice e si ritrova a casa sola. Ma poi rivede Ben, e ora può uscire con lui.
Valutazione Pastorale
Il tema è quello delle due esperienze parallele, che si prospettano nel momento in cui il disagio per la vita che si vive fa salire in primo piano la curiosità di capire cosa sarebbe accaduto in presenza di scelte diverse. In particolare per la protagonista, che ha deciso di vivere da sola, il rimorso va nella direzione di aver rinunciato al matrimonio per una vita indipendente e di pagarne ora difficili conseguenze sul piano affettivo e dell'equilibrio personale. Tutta la vicenda quindi si muove sul doppio binario dell'immaginario e del reale. Pamela si trova calata nel concreto dei problemi di ogni giorno (i figli, la casa, la spesa...)e ne verifica il bello e il brutto, ma soprattutto il livello di pienezza e di gratificazione che ne deriva. Così la storia si propone come una sorta di quadro riassuntivo del dopo-femminismo, una specie di ricerca di identità: senza raggiungere livelli eccezionali, ma con misura e sensibilità nel raccontare il difficile del vivere. Certo i passaggi tra il vero e il falso a lungo andare diventano un po' confusi, c'é qualche forzatura, qualche zona meno limpida che si perde in descrizioni superficiali. Dal punto di vista pastorale, rilevata la positività generale del film, sembra opportuno perciò aggiungere riserve per evidenziare qualche ambiguità del racconto. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza di minori. Da recuperare per rassegne sulla condizione femminile all'inizio del terzo millennio.