NEL MIO AMORE

Valutazione
Raccomandabile, problematico
Tematica
Donna, Famiglia, Letteratura, Male, Solidarietà-Amore, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Susanna Tamaro
Durata
100'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Italian International Film
Musiche
Giovanni Paolo Fontana
Montaggio
Alessio Doglione

Orig.: Italia (2004) - Sogg. e scenegg.: Susanna Tamaro, Roberta Mazzoni liberamente ispirati a "L'inferno non esiste" e altri racconti del libro "Rispondimi" di Susanna Tamaro - Fotogr.(Panoramica/a colori): Giuseppe Lanci - Mus.: Giovanni Paolo Fontana - Montagg.: Alessio Doglione - Dur.: 100' - Produz.: Fulvio Lucisano.

Interpreti e ruoli

Licia Maglietta (Stella), Urbano Barberini (Fausto), Vincent Riotta (Jacques), Damiano Russo (Michele), Alessia Fugardi (Laura), Sergio Fiorentini (Giovanni), Sara Franchetti (Nives), Arturo Paglia (don Massimo), Chiara Lucisano (Chiara), Marino Masè (prete anziano)

Soggetto

All'indomani della morte improvvisa del marito, Stella decide di tornare nella grande casa di famiglia isolata in montagna e vicina ad un lago. All'inizio la solitudine la soffoca e sta quasi per convincerla ad andare via. Poi l'incontro occasionale con un uomo che vive nei pressi e la rivisitazione di vecchie fotografie inducono Stella a fermarsi e a riandare con la memoria agli avvenimenti degli ultimi venti anni. La conoscenza di Fausto, ricco e aristocratico, il matrimonio, la nascita prima di Laura poi di Michele. Contro quest'ultimo, che ritiene frutto di una relazione extraconiugale della moglie, Fausto riversa una gelosia paranoica sempre più frequente e cattiva. Intorno ai quattordici anni, Michele si è aperto a problematiche inerenti la spiritualità che irritano molto il padre. Dopo l'ennesima lite, Fausto investe involontariamente con la macchina Michele e lo uccide. A distanza di sei anni Stella si è lasciata dominare dall'odio: per se stessa, per il marito, per la figlia Laura che a sua volta è andata via, molto risentita verso la madre. Nel vano tentativo di stabilire un nuovo contatto con lei, Stella si scontra anche con il vicino, un uomo che ha vissuto la stessa tragedia e che aveva avviato Michele a riflessioni più profonde. Un giorno Stella entra nella piccola chiesa del paese e vede l'uomo, Jacques, che celebra la messa. La pace da lui ritrovata la induce a pensare alla possibilità di ricominciare. L'arrivo inaspettato di una telefonata della figlia apre nuove prospettive di vita.

Valutazione Pastorale

E' opportuno all'inizio lasciare la parola alla Tamaro, autrice del copione e regista: " Questo è un film sull'anima persa dell'Occidente. Un film che parla della speranza, della possibilità di ognuno di ricominciare una nuova vita in modo diverso. In un mondo carico di odio, intolleranza, fanatismo, il film vuole suggerire una diversa prospettiva, quella di modificare il proprio sguardo. L'unica rivoluzione da fare -l'unica durevole- é quella del cuore (...)". 'Modificare il proprio sguardo' e 'rivoluzione da fare' sono le frasi che vanno tenute presenti nell'avvicinarsi all'operazione compiuta dalla scrittrice friulana. La prospettiva che la Tamaro ha messo alla base di questo suo esordio cinematografico è quella di un occhio nuovo che vede cose nuove e chiede allo spettatore di vederle insieme. Nel lasciarsi andare al Mistero della croce, la Tamaro invita a ribaltare la dimensione del male 'inevitabile' e quella sartriana dell'inferno dentro di noi a vantaggio di una contemplazione del dolore che si riversa nel connubio con la Natura e il creato. Così la complicità con il male si stempera nella visione di una cerchia più ampia di affetti e di pace. E' dall'Amore di Cristo che bisogna ripartire per recuperare quell'amore quotidiano che è fonte e sostegno di vita. Calata in ambienti montanari di pudica armonia, affidata a immagini che corrono sul confine del manierismo visivo, spesso rallentata da sbalzi drammaturgici non ben calibrati, l'opera prima della Tamaro ha la sincerità di mostrarsi imperfetta ma anche la sfrontatezza di essere 'scandalosa': aiutare il nostro sguardo ad aprirsi di nuovo verso l'incontro con il Mistero. Per questi motivi, dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come raccomandabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in molte circostanze sul tema della Fede all'inizio di questo Terzo Millennio.

Le altre valutazioni

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