
Orig.: Francia (2002) - Sogg. e scenegg.: Florent-Emilio Siri, Jean-Francois Tarnowski - Fotogr.(Scope/a colori): Giovanni Fiore Coltellacci - Mus.: Alexandre Desplat - Montagg.: Olivier Gajan e Christopher Danilo - Dur.: 105' - Produz.: Patrick Gouyou Beauchamps, Claude Carrere.
Interpreti e ruoli
Samy Naceri (Nasser), Nadia Fares (Laborie), Benoit Magimel (Santino), Sami Bouajila (Selim), Pascal Greggory (Louis), Anisia Uzeyman (Nadia), Valerio Mastandrea (Giovanni), Richard Sammel (Winfred), Angelo Infanti (Abedin Nexhep), Martin Amic . (Spitz)
Soggetto
Héléne Laborie comanda un gruppo di agenti delle forze speciali incaricati di una missione molto delicata: si tratta di scortare a Strasburgo, dove dovrà essere giudicato dal tribunale dei diritti umani, Abedin Nexhep, boss della mafia albanese accusato di traffico di prostituzione e di omicidi e stupro di donne. Durante il percorso, alcuni killer assoldati da Nexhep organizzano una imboscata per far evadere il loro capo. Gli agenti allora si rifugiano in un deposito isolato situato nella zona industriale alla periferia della città. Qui, per caso, si trova anche una banda di ragazzi e ragazze arrivata per trafugare materiale informatico. I tre gruppi finiscono per affrontarsi in una sorta di guerra di tutti contro tutti. Si tendono alleanze, si provano agguati, si cerca di fuggire. Nelle sparatorie che si susseguono, qualcuno perde la vita, finchè un guardiano butta una bomba incendiaria, si sprigionano fiamme alte, e infine arrivano i soccorsi. E' l'alba. Héléne e il bosso sono tra i pochi sopravvissuti.
Valutazione Pastorale
Si tratta di un film d'azione che procede a corrente alternata: ben realizzato e dal ritmo convincente in alcuni momenti, un po' ripetitivo in altri, soprattutto quando le troppe incongruenze narrative fanno calare la tensione e procurano qualche accenno di noia. Quasi per niente interessato ai risvolti sociali o socio-politici dell'argomento trattato (la nuova malavita dell'est, i crimini contro l'umanità, l'idea che comunque per tutti c'è un processo), il racconto punta solo sull'incalzare degli eventi e proprio qui arriva alla fine col fiato grosso. Film a doppia faccia, come si diceva, buono sul piano spettacolare e con qualche notazione positiva, ma nell'insieme incompiuto, non ben amalgamato in tutte le sue parti. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, anche per la presenza di non poche crudezze. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori, anche in occasione di eventuali passaggi televisivi.