NON BUTTIAMOCI GIU’

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti * *
Tematica
Famiglia - genitori figli, Malattia, Metafore del nostro tempo, Solidarietà-Amore
Genere
Drammatico
Regia
Pascal Chaumeil
Durata
110'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
A Long Way Down
Distribuzione
Nomad Film
Soggetto e Sceneggiatura
Jack Thorne tratto dal romanzo "A Long Way Down" di Nick Hornby
Musiche
Dario Marianelli
Montaggio
Barney Pilling, Chris Gill

Orig.: Gran Bretagna (2014) - Sogg.: tratto dal romanzo "A Long Way Down" di Nick Hornby - Scenegg.: Jack Thorne - Fotogr.(Scope/a colori): Ben Davis - Mus.: Dario Marianelli - Montagg.: Barney Pilling, Chris Gill - Dur.: 110' - Produz.: Finola Dwyer, Amanda Posey.

Interpreti e ruoli

Pierce Brosnan (Martin Sharp), Toni Collette (Maureen), Aaron Paul (J.J.), Imogen Poots (Jess Crichton), Rosamund Pike (Penny Abrams), Joseph Althine (Matty), Sam Neill (padre di Jess), Joe Cole (Chas), Shola Adewusi (Gladys), Poppy Epstein (Polly), Diana Kent (Hope)

Soggetto

Londra, ultimo dell'anno, la cima di un palazzo noto come la Casa dei Suicidi. Quattro sconosciuti, due uomini e due donne, diversi per età e ruolo sociale, si incontrano con l'intenzione di farla finita. Parlano e ogni cattivo proposito viene rimansato. Anzi il gruppetto comincia un'amicizia, che porta ciascuno a rivedere e ricostruire la propria vita.

Valutazione Pastorale

All'origine c'è il romanzo omonimo di Nick Hornby (accoppiata già riuscita felicemente con "Febbre a 90°" e con "Alta fedeltà"). Visti questi precedenti, si è portati a credere che la storia, così intensa, spiritosa, ironica, misurata, sia strutturata in queste forme già sulla pagine scritta, e che quindi il merito di attori e regia si limiti (si fa per dire) ad una adeguata messa in scena. E' in realtà una questione di lana caprina, perché l'esito è quello di un prodotto incentrato su un bello scontro tra vita vera e vita sognata, dove il suicidio fa parte di quelle ipotesi estreme che sono al fondo dell'enigma della quotidianità. Tutti vogliono vivere senza sopravvivere, e il gioco riesce a raggiungere toni beffardi, lucidi, asciutti, scavalcando retorica, banalità, pietismi. Una bella favola morale per un film che, dal puntio di vista pastorale, è da valutare come consugliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto ben confezionato, specchio opportuno della società contemporanea.

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