Orig.: Italia/Spagna/Argentina (2001) - Sogg.: tratto dal romanzo di Luis Sepulveda "Incontro d'amore in un paese di guerra" - Scenegg.: Luis Sepulveda - Fotogr.(Scope/a colori): Giuseppe Lanci - Mus.: Nicola Piovani - Montagg.: Mauro Bonanni - Dur.: 100' - Produz.: Surf Film, Castelao Prod, Patagonik Film con RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Harvey Keitel (el Gringo), Jorge Perugorrìa (Pedro Riquelme), Luigi Maria Burruano (Salomon Goldman), Leo Sbaraglia (Paolo Brandi), Daniel Fango (Aurelio Gonzales), Andrea Prodan (Rodrigo Hidalgo), Angela Molina (Leticia), Manolo Banderas (Ricardo Glenz), Caterina Murino.
Soggetto
Il dittatore di una nazione non precisata dell'America Latina ordina ai suoi soldati di sequestrare cinque oppositori del suo governo: un cuoco omosessuale, un amareggiato professore di storia, un operaio delle ferrovie appassionato di bolero, uno studente dedito alla boxe ed un barbiere ebreo amante del tango. I cinque vengono condotti in una stazione abbandonata nel deserto, chiamata Nessun posto, controllata da un manipolo di militari. Qui il professore di storia, nel tentativo di fuggire, viene ucciso. Nel frattempo il compagno del cuoco e la moglie dell'operaio si adoperano per avere notizie su di loro, mentre un avventuriero amaricano, el Gringo, un militante della resistenza ed una giovane patriota cercano il modo di liberarli. Nella stazione, dopo una iniziale reciproca diffidenza, i prigionieri riescono ad instaurare un rapporto quasi amichevole con i soldati. Così, una volta ottenuta dopo grandi bevute di vodka la fiducia dei carcerieri, e grazie all'aiuto degli uomini della resistenza, i quattro susperstiti si danno alla fuga. Quando arrivano i militari dei reparti speciali, sul posto si sono già installati venditori e bancarelle: c'é da ammirare una vecchia locomotiva a vapore rimasta a testimoniare il passato.
Valutazione Pastorale
Il film, esordio nella regia di Luis Sepulveda, scrittore esule dal Cile negli anni Settanta del secolo scorso, vorrebbe essere un apologo della libertà, un manifesto contro la dittatura. Questi importanti temi tuttavia vengono affrontati in modo fazioso e con molte forzature. L'autore infatti traduce in immagini il proprio pensiero e porta avanti le proprie opinioni senza mai sbilanciarsi nella narrazione e compiendo un'immotivata operazione di generalizzazione. In questo modo il film finisce per essere propositivo di nulla. Il risultato finale è dunque estremamente superficiale a causa della presenza continua di stereotipi, dell'ampollosità e dell'eccessiva letterarietà dei dialoghi, che non trovano una reale corrispondenza con i personaggi: il tutto inserito al limite del caricaturale in situazioni che invece vorrebbero essere serie. Un film insomma che, per riprendere il titolo, non conduce da nessuna parte, é deludente e noioso, qua e là irritante per la serie di banalità che propone. Dal punto di vista pastorale, va detto che i temi sono troppo seri per essere affrontati da questa inutile produzione finanziata anche dalla Rai. La valutazione è quella dell'inconsistente, e del velleitario rispetto, almeno, alla bontà delle intenzioni di fondo.
UTILIZZAZIONE: anche come spettacolo, il film vale poco. E' poi troppo debole per essere consigliato come avvio di riflesione sui temi che voleva affrontare. L'utilizzazione é da trascurare.