Olga – In fuga per le Olimpiadi

Valutazione
Consigliabile, Realistico, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Dolore, Emigrazione, Famiglia - genitori figli, Libertà, Mass-media, Politica-Società, Sport, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Durata
87'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Svizzera/Ucraina/Francia
Titolo Originale
Olga
Distribuzione
Wanted Cinema
Soggetto e Sceneggiatura
Elie Grappe, Raphaëlle Desplechin
Fotografia
Lucie Baudinaud
Musiche
Pierre Desprats
Montaggio
Suzana Pedro
Produzione
Point Prod in coproduzione con Cinema Defacto e Toy Cinema

Interpreti e ruoli

Anastasia Budiashkina (Olga), Sabrina Rubtsova (Sasha), Tanya Mikhina (Ilona), Caterina Barloggio (Steffi), Thea Brogli (Zoe), Jérôme Martin (Adrien), Alicia Onomor (Juliette), Lou Steffen (Andrea), Alexandr Mavrits (Vassily)

Soggetto

Ucraina, 2013. Olga, 15 anni, si sta preparando ai campionati europei di ginnastica artistica. Vive a Kiev con la madre Ilona, giornalista che segue le proteste contro il governo filorusso di Viktor Janukovyč. Una sera, rientrando a casa, per poco non restano vittime di un attentato intimidatorio. Ilona, allora, convince la figlia ad andare in Svizzera dove potrà allenarsi con la nazionale elvetica, visto che il padre, morto da tempo, era un cittadino svizzero-francese.

Valutazione Pastorale

“Olga - In fuga per le Olimpiadi”, esordio alla regia di Elie Grappe (classe 1994), è stato presentato alla Semaine de la Critique durante il 74° Festival di Cannes (2021) dove ha vinto il Premio SCAD. Ispirato a una storia vera, il film, ambientato in Ucraina durante le proteste contro il governo filorusso del presidente Viktor Janukovyč, vede protagonista la giovanissima Olga (Anastasia Budiashkina), campionessa di ginnastica artistica che si prepara a disputare i campionati europei. La giovane vive a Kiev con la madre Ilona (Tanya Mikhina), giornalista in prima linea. Minacciata di morte la donna convince Olga a trasferirsi in Svizzera, dove potrà continuare al sicuro i suoi allenamenti aggregandosi alla nazionale elvetica, visto che il padre, morto da tempo, era un cittadino svizzero-francese. Questo, però comporta l’acquisizione della cittadinanza svizzera e la rinuncia a quella ucraina. Gli allenamenti si fanno sempre più intensi e totalizzanti, così come sempre più angoscianti sono le immagini che la sua amica Sasha (Sabrina Rubtsova) le invia sul cellulare da Kiev dove le forze governative, in un crescendo di violenze, cercano di reprimere le manifestazioni. Olga, divisa tra l’amore per lo sport e la lealtà verso il suo Paese natale, farà la sua, sofferta, scelta. “Olga” è un riuscito e toccante racconto di formazione, che colpisce soprattutto per la sua drammatica attualità. Decisamente felice la scelta del regista Grappe di far interpretare Olga e le sue compagne da vere atlete (Olga e la sua amica Sasha dalla squadra ucraina, le altre da quella elvetica). Questo ha reso realistiche ed efficaci le riprese degli allenamenti e delle competizioni, riuscendo anche a trasmettere la fatica fisica e lo stress emotivo a cui sono sottoposte le giovanissime atlete: i loro slanci, le paure, il desiderio di superarsi, di arrivare alla perfezione, ma anche rivalità, tensioni e dolore, tanto dolore fisico. A tutto questo si aggiungono, per Olga, la solitudine, il senso dell’abbandono in un Paese del quale parla a stento la lingua, la difficoltà d’inserimento nel gruppo delle atlete, la preoccupazione (e il senso di colpa) per la madre e gli amici lontani che ogni giorno rischiano la vita. “Olga”, così dolorosamente attuale, è consigliabile, realistico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare nella programmazione ordinaria, adatto anche a contesti scolatici-educativi per riflettere su pagine drammaticamente attuali della storia europea.

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