PADRE DAENS **

Valutazione
Complesso, Discutibile, Dibattiti
Tematica
Povertà-Emarginazione, Solidarietà-Amore
Genere
Drammatico
Regia
Stijn Coninx
Durata
144'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Belgio
Titolo Originale
DAENS
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Francois Chevallier, Stijn Coninx, Robbe De Hert, Fernand Auwera Tratto dal libro di Louis Paul Boon
Musiche
Dirk Brosse
Montaggio
Ludo Troch

Sogg.: Tratto dal libro di Louis Paul Boon - Scenegg.: Francois Chevallier, Stijn Coninx, Robbe De Hert, Fernand Auwera - Fotogr.: (panoramica/a colori) Walther Vander Ende - Mus.: Dirk Brosse - Montagg.: Ludo Troch - Dur.: 144' - Produz.: Dirk Impens

Interpreti e ruoli

Jan Decleir (Adolf Daens), Gerard Desarthe (Charles Woeste), Antje De Boeck (Nette Scholliers), Michael Pas (Jan De Meeter), Johan Leysen (Schmitt), Idwig Stephane (Eugene Borremans), Linda Van Dijck (Elisabeth Borremans), Wim Meu Wissen (Pieter Daens), Karel Baetens, Julien Schoenaerts, Jappe Claes

Soggetto

Belgio, 1893. Nella cittadina industriale di Aalst giunge Padre Adolf Daens, sacerdote cattolico noto per il suo carattere ribelle e la sua grande carità. Colpito dalla morte di una ragazza-prostituta, e dalle condizioni miserande del mondo operaio, scrive un articolo sul giornale cattolico, stampato dal fratello Pieter che lo ospita. La pubblicazione dell'articolo suscita le ire di Charles Woeste, presidente del Partito Conservatore Cattolico che cerca di screditare il sacerdote il quale nel frattempo ha fatto amicizia con l'intelligente operaia Nette Scholliers e la sua famiglia. La visita nella fabbrica di Nette della Commissione governativa assume aspetti grotteschi: i deputati non parlano fiammingo; i minori vengono chiusi nel bagno dal caporeparto Schmitt; le dichiarazioni delle operaie sono distorte ed il loro tentativo di portare ai Commissari il cadavere di un fanciullo morto sul lavoro è represso nel sangue dai gendarmi. L'approvazione del suffragio universale permette a Deans di fondare un Partito Cristiano che coagula i voti dei socialisti e dei liberali, ed il vano tentativo di broglio di Woeste non gli impedisce di essere eletto. Ormai osteggiato dai cattolici conservatori e dalle autorità, Re Leopoldo II e Nunzio compresi, Daens viene mandato a Roma e, dopo nove giorni di frustrante attesa, è invitato, con una lettera del Papa, ad occuparsi del ministero sacerdotale e non di politica. Gli industriali licenziano chi ha simpatie per Daens mentre Nette, che ha una relazione col socialista Jan De Meeter, viene violentata da Schmitt. I Bock, integralisti cattolici, distruggono la tipografia di Pieter e Adolf è relegato in un cronicario per religiosi. Ma la morte di un bimbo che voleva rubare la carne ad una tigre del circo e cui il parroco del luogo rifiuta le esequie perchè ladro, convince Padre Daens a continuare la sua attività per lottare a favore dei diseredati.

Valutazione Pastorale

il clima in cui si collocava l'enciclica papale "Rerum Novarum", rievocato in tanta letteratura del primo novecento europeo ed americano, è ben reso dalle livide e nitide immagini di questo intenso film del belga Coninx. Anche l'immagine del sacerdote, ribelle ad un'acquiescenza tanto perniciosa quanto ipocrita della ricca borghesia cattolica a legislazioni e consuetudini profondamente iniquie assume significati sempre attualissimi, in un mondo ancor oggi teatro di profonda e diffusa ingiustizia sociale. Se la gerarchia della Chiesa ha cambiato radicalmente atteggiamento verso il proletariato, è merito anche dei vari personaggi che ne hanno scosso, a più riprese ed a vari livelli, il comportamento troppo spesso ambiguo. E' da notare un'accentuazione non casuale del ruolo svolto dal Nunzio, dal parroco (una sorta di macchietta), dal vescovo e dalla Curia romana, che finiscono per diventare, se non assoluti responsabili dello stato delle cose, almeno dei garanti. Il che è francamente riduttivo, anche per il brusco voltafaccia del vescovo o del cardinale Gossens nei confronti di Padre Daens. Oltretutto il film si chiude, non è chiaro se per scelte artistiche o politiche, sull'abbandono di Daens dell'abito talare: stranamente però il suo secondo mandato (non i suoi esiti), e la sua morte, trovano spazio solo in una didascalia nei titoli di coda.

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